ROMA «Oggi il Mimit ha convocato una riunione per approfondire il tema dei call center e delle misure per il settore Tlc. L’occasione sarà utile per attenzionare il governo sulle scelte di Tim, in relazione al mondo degli appalti dell’assistenza clienti che interessa oltre 5mila lavoratori. In questi giorni, a tutte le aziende in outsourcing operanti sui numeri verdi di Tim, è stato annunciato un calo di volumi di oltre il 30%, con conseguente avvio di procedure per accesso agli ammortizzatori sociali del personale coinvolto». Così in una nota la segreteria nazionale di Slc Cgil. Il sindacato afferma che «si tratta esclusivamente di una scelta economica e finanziaria per portare qualche milione di euro di risparmio, scaricando il peso sociale sulle aziende degli appalti, coinvolgendo oltre 5mila lavoratrici e lavoratori tra Livorno, Roma, Matera, Cosenza, Catanzaro, Crotone, Palermo e Olbia». «Il governo che ha sposato, e sostenuto anche economicamente, lo spezzatino di Tim, nonostante la contrarietà sindacale sia in ottica di scelte strategiche per il sistema paese, sia dal punto di vista degli impatti occupazionali, deve impedire che scelte manageriali sbagliate portino a drammi occupazionali in territori già devastati da percentuali di disoccupazione significativi» si legge nella nota. «Nel corso dell’incontro, – dice il segretario Slc Cgil Riccardo Saccone – richiameremo a responsabilità il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. È impensabile che Tim, coinvolta in operazioni societarie per miliardi di euro, assuma scelte che, nel silenzio delle istituzioni, impattano su migliaia di lavoratrici e lavoratori di Tim e dell’indotto».
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