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la sentenza

Corruzione, assolto l’avvocato Armando Veneto «per non aver commesso il fatto»

I legali: «Siamo soddisfatti per aver contribuito ad una decisone che ripristina la verità dei fatti»

Pubblicato il: 01/03/2024 – 15:43
Corruzione, assolto l’avvocato Armando Veneto «per non aver commesso il fatto»

CATANZARO La Corte di Appello di Catnzaro (presidente Fontanazza, a latere Mellace e Ciricao) ha assolto l’avvocato Armando Veneto «per non aver commesso il fatto». L’accusa nei confronti del legale era di aver fatto da mediatore, nell’estate del 2009, tra la cosca Bellocco e il giudice del Riesame di Reggio Calabria Giancarlo Giusti, per fare scarcerare tre indagati per associazione mafiosa che avrebbero elargito al magistrato 40mila euro ciascuno. Dopo la lettura del dispositivo, i difensori dell’Avvocato Armando Veneto, l’avvocato Vincenzo Maiello e l’avvocato Beniamino Migliucci, hanno dichiarato: «Siamo soddisfatti per aver contribuito ad una decisone che ripristina la verità dei fatti».

Le altre decisioni

La Corte ha rideterminato la pena nei confronti di Domenico Bellocco in 5 anni e 4 mesi di reclusione e di Giuseppe Consiglio in 4 anni e 8 mesi di reclusione. Infine rideterminata la pena anche di Vincenzo Albanese in 1 anno e 8 mesi. Oltre ad Armando Veneto, è stato assolto Marcellino Rosario.

La vicenda

A luglio 2009, vengono fermati alcuni componenti del clan Bellocco di Rosarno e altri membri della cosca che si trova in Emilia Romagna. Alcuni degli arrestati propongono ricorso al Tribunale del Riesame di Reggio Calabria e vengono scarcerati. Ma indagini della Dda di Catanzaro rivelano che vi sarebbe stato un accordo corruttivo tra alcuni componenti del clan Bellocco e altri considerati concorrenti esterni, per avvicinare un giudice del Riesame e stipulare con lui un accordo corruttivo: la dazione di 120mila euro in cambio della scarcerazione di tre indagati (che avrebbero pagato 40mila euro ciascuno). Il giudice in questione è il defunto Giancarlo Giusti, suicida mentre si trovava ristretto agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione denominata “Abbraccio” che riguardava il magistrato e alcuni componenti della cosca Bellocco.
Questa vicenda è costituisce il secondo filone scaturito proprio dall’inchiesta “Abbraccio” e contempla l’accusa di corruzione in atti giudiziari, aggravata dal metodo mafioso e concorso esterno in associazione mafiosa contestato all’avvocato – politico, presidente del consiglio delle Camere penali italiane ed ex europarlamentare – Armando Veneto, a Vincenzo Albanese, Giuseppe Consiglio e Rosario Marcellino, mentre Domenico Bellocco detto “micu u longu” è accusato del solo capo di corruzione in atti giudiziari aggravata.
Il processo si è svolto con rito abbreviato e il 25 febbraio 2022 il gup Matteo Ferrante aveva condannato il penalista ed ex politico Armando Veneto a 6 anni di reclusione sia per il concorso esterno che per la corruzione in atti giudiziari.
Sei anni erano stati comminati all’avvocato Armando Veneto per entrambe le accuse; sei anni a Domenico Bellocco; condannato per entrambe le accuse a 6 anni di reclusione Giuseppe ConsiglioVincenzo Albanese è stato condannato a due anni per la corruzione. Rosario Marcellino era stato condannato a quattro anni per la corruzione.

(redazione@corrierecal.it)

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