“Sistema Cosenza”, fondo rischi «inadeguato» e il contenzioso monstre dell’Asp bruzia
La testimonianza di Sergio Tempo, presidente dei revisori dell’Azienda. «Difficoltà nel valutare la situazione, i dati erano incompleti»

COSENZA Si torna in aula per il processo scaturito dall’inchiesta denominata “Sistema Cosenza“, coordinata dalla procura di Cosenza, all’epoca dei fatti guidata da Mario Spagnuolo. Il procedimento mira a far luce sulla mancata o parziale presentazione dei bilanci 2015, 2016 e 2017 dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Oggi, in aula, ha reso una lunga testimonianza Sergio Tempo, commercialista e revisore in diversi enti sub-regionali. Tempo ha ricoperto il ruolo di presidente dei revisori dei conti della Asp di Cosenza da fine 2015 al 30 novembre 2018.
Le criticità del Sistema Cosenza
Sollecitato dalle domande della pm, Tempo ha riportato indietro la memoria agli anni nei quali è stato chiamato a fornire pareri e valutazioni in merito ai conti dell’azienda sanitaria provinciale cosentina. «Ho riscontrato tutto quello che è stato riportato nei verbali trasmessi al Mef ed al dipartimento regionale», ha esordito il teste. I principali rilievi sono stati messi in relazione ai «crediti riportati in bilancio, ma sicuramente inesistenti». Si parla – secondo Tempo – di circa 30-40 milioni di euro. Il teste sostiene di aver «chiesto più volte la documentazione a supporto del fondo rischi che deve essere adeguato al rischio di soccombenza. Sul bilancio del 2015 avevo ricevuto alcuni tabulati, ma non si comprendeva l’esatto ammontare complessivo per esprimere un giudizio sui vari bilanci di esercizio». Su quale fosse il motivo di questa difficoltà nel redigere un parere, Tempo risponde così: «Arrivavano dati a singhiozzo e poco comprensibili».
Il contenzioso
Diverso il tono utilizzato dal testimone, quando si affronta – in aula – l’argomento più spinoso: quello relativo al contenzioso monstre che l’Asp di Cosenza avrebbe accumulato dal 2013 fino al 2016. «Solo per gli anni 2013, 2014, 2015 – confessa Tempo – abbiamo stimato un contenzioso pari a circa 450 milioni di euro, questo riportato in modo analitico». Tuttavia, le procedure amministrative contabili impongono nel calcolo del contenzioso tutta una serie di variabili che non sarebbero state inserite. «Mi riferisco alle spese di giudizio, a quelle legali, agli interessi. E quindi da 450 milioni di euro si arriva ad un importo elevato, pari a circa 600 milioni di euro». Il fondo rischi previsto dall’Asp – sempre secondo il teste – ammontava a «16 milioni di euro, e quindi inadeguato».
Le cause legali
Il responsabile della cause legali dell’Asp di Cosenza, Giovanni Lauricella, viene citato dal testimone quando si parla dei contenziosi legati alle cause legali. «Il dato fonrito era incompleto». Perché chiede il pm, e Tempo risponde: «Riguardava solo le cause dell’ufficio legale, l‘avvocato Lauricella aveva cominciato a chiedere al tribunale di Castrovillari le pendenze ma ha trascurato tutte le cause che l’Asp di Cosenza aveva in tutta Italia». Chi erano i suoi interlocutori di riferimento, chiede ancora il pubblico ministero. «I miei interlocutori erano Nicola Mastrota e Aurora De Ciancio, quest’ultima mi preme sottolineare era molto precisa nel fornire i dati, tengo a precisarlo. Per il bilancio erano loro gli interlocutori» mentre «di tanto in tanto chiamavamo l’allora dg Raffaele Mauro e il direttore amministrativo Luigi Bruno, anche lui molto scrupoloso».
I pignoramenti
Le domande del pm, infine, sono tutte volte a tentare di chiarire e quantizzare l’ammontare dei pignoramenti. «Noi abbiamo avvisato più volte, attraverso i verbali, che sarebbero potute sorgere situazioni legate a doppi pagamenti. Ma, in questo caso, non mi sento di attribuire responsabilità all’Azienda però il dato c’era e andava evidenziato». I pignoramenti pendenti annui invece «ammontavano a 100 milioni di euro». Quando è stato sottoposto alla vostra attenzione il bilancio, avete fornito parere favorevole? «Non l’abbiamo mai approvato, perché non spetta a noi farlo. Abbiamo sollevato delle criticità ed espresso sempre parere negativo. Abbiamo dato parere negativo per i bilanci 2014, 2015, 2016». Nella prossima udienza, spetterà agli avvocati di difesa effettuare il controesame del testimone. (f.benincasa@corrierecal.it)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato