Licio Gelli era il “Gran Maestro” della Loggia massonica segreta, e di carattere eversivo, finita al centro degli scandali degli ultimi trent’anni: dallo scandalo del Banco Ambrosiano al “golpe Borghese” e al sequestro di Aldo Moro per finire a “ Tangentopoli”.
Gli appartenenti alla “loggia” furono individuati grazie al ritrovamento della lista degli iscritti nella “Villa Wanda”, residenza di Gelli.
Grazie ad essa furono trovati 962 nominativi fra i quali quelli del gruppo dirigente dei servizi segreti, di ministri, parlamentari, imprenditori, finanzieri, magistrati, editori e giornalisti. Molti di essi hanno smentito l’appartenenza alla “Loggia” le cui finalità, oltre alla riforma delle competenze della Camera e del Senato, erano anche il controllo dell’informazione e, dulcis in fundo, la riforma della magistratura.
Ma era previsto anche un “colpo di stato”, del quale si sarebbe dovuto interessare Junio Valerio Borghese ex comandante della “X Mas”, che si sarebbe dovuto concludere con la “cattura” del Presidente della Repubblica che allora era Giuseppe Saragat.
L’obiettivo della “P2” era: potere per avere più potere! La sua caratteristica principale fu quella di garantire un’adeguata copertura e segretezza agli “iniziati” di maggiore importanza sia all’interno che fuori dall’organizzazione. E, infatti, è stata una loggia massonica “coperta”, il cui obiettivo era abolire tutte le provvidenze agevolative dirette a sanare i bilanci deficitari, nonché il monopolio della Rai. Alcuni dei nomi più noti, tra coloro che vi aderirono, furono quelli di Silvio Berlusconi, Maurizio Costanzo, Giulio Bolacchi, Gianni Bonaga, Ugo Bonosì e Vincenzo Bonamici.
*giornalista
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