ROMA Il Partito democratico ha effettuato un’analisi dettagliata e molto critica sul progetto di costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, evidenziando numerose irregolarità procedurali e potenziali impatti negativi. Un documento frutto di un lavoro congiunto a livello nazionale e regionale, presentato in conferenza stampa presso la sede di via Sant’Andrea delle Fratte, a Roma. Alla conferenza stampa hanno partecipato Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati, Anthony Barbagallo, segretario Pd Sicilia e capogruppo in commissione Trasporti alla Camera dei deputati, Annalisa Corrado, responsabile Conversione ecologica, Clima, Green economy e Agenda 2030 nella segreteria del Pd, Nicola Irto, segretario regionale del Pd Calabria e capogruppo in commissione Infrastrutture, Ambiente e Trasporti al Senato, Antonio Misiani, senatore e responsabile Economia e Infrastrutture nella segreteria del Pd e Franco Piro, responsabile dipartimento Economia del Pd Sicilia. «Questo progetto – afferma Braga – è sbagliato e pericoloso, crediamo che debba essere messa in campo un’azione di ferma opposizione, con tutti gli strumenti possibili. Le priorità infrastrutturali del Mezzogiorno sono altre». Secondo Annalisa Corrado, il progetto «fa acqua da tutte le parti. Non sta in piedi il progetto, figuriamoci il ponte. Non si parla mai abbastanza della devastazione che porterebbe nei territori, della distruzione di biodiversità preziosissimi e rischi che ricadrebbero sulla salubrità della collettività. Parliamo di territori che hanno bisogno di interventi seri, che rimarrebbero appesi all’ecomostro del progetto di Salvini».
Nicola Irto parla di «totale arroganza politica e amministrativa, che sta portando il governo e scavalcare i territori investiti dal progetto, dalle Regioni ai Comuni. Oggi possiamo dire che parliamo di un progetto irrealizzabile, pura propaganda, un grande imbroglio verso i cittadini di Calabria e Sicilia». Salvini, di fatto, ha riesumato un progetto del 2012. «Il primo tema – spiega Misiani – riguarda la scala di priorità che dobbiamo adottare in materia di infrastrutture, in un momento in cui gli spazi di bilancio andranno stringendosi. Poi, al netto dell’utilità, sono proprio le caratteristiche del progetto ad essere sbagliate. Infine, quello che ha messo in campo Salvini fa acqua da tutte le parti, anche dal punto di vista procedurale». Franco Piro – che ha avuto un ruolo centrale nella redazione del documento – fa notare che «quando parliamo del ponte non parliamo di un’opera, parliamo di almeno 60 opere. E’ impensabile non averlo mai sottoposto a una VAS. Inoltre c’è una questione paradossale: il ponte, di fatto, non si potrà utilizzare, dato che le previsioni sono che rimarrebbe chiuso almeno 70 giorni all’anno a causa del vento».
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