REGGIO CALABRIA Com’era facilmente prevedibile, il Consiglio regionale sull’autonomia differenziata è stato uno “snodo” politico particolarmente significativo, consegnando diversi spunti, diversi dati e diversi elementi di riflessione. Spunti, dati, elementi di riflessione che si possono mettere in fila e che sono legati gli uni agli altri, contestualizzandoli tra l’altro nell’orizzonte elettorale che ha reso l’ultima seduta a Palazzo Campanella estremamente importante e soprattutto non banale. In sintesi, si può evidenziare anzitutto che il centrodestra calabrese, approvando a maggioranza un documento – chiaramente ispirato dal governatore e leader di Forza Italia Roberto Occhiuto – che “frena” vistosamente sull’autonomia per come impostata nella versione “turbo” della Lega di Matteo Salvini e Matteo Calderoli, sembra abbia voluto inviare un messaggio che non è di sudditanza rispetto a una linea nazionale. Da notare che a legge il documento è stato Giuseppe Graziano, consigliere regionale di Azione, quell’Azione che a Roma è opposizione al centrodestra: dettaglio non irrilevante.
Secondo dato: Occhiuto – spiegano diversi analisti – esce da un Consiglio regionale che poteva essere molto “scomodo” con più punti a favore, condensati in un documento che in pratica ricalca il suo ormai celebre claim “No money no party” (cioè si all’autonomia differenziata ma a patto che prima si trovino le risorse per i Lep, se si trovano…). In più Occhiuto, con quel passaggio del documento che sigilla la “frenata” con la richiesta al governo e al Parlamento di “ritornare indietro” nel percorso per il varo dell’autonomia differenziata, ricalca ed enfatizza, imponendola di fatto a tutto il centrodestra regionale, la posizione della quale lo stesso governatore è “custode” a livello nazionale per quanto riguarda Forza Italia. Del resto, buon ultimo il segretario nazionale azzurro Antonio Tajani, che ha ben presenti le “resistenze” che arrivano dai forzisti della Calabria e del Mezzogiorno, nei giorni scorsi ha detto – per dirla in modo estremamente spiccio – che l’autonomia differenziata va bene ma che è opportuno approfondire, e soprattutto votare alla Camera dopo le Europee: in tal senso, la presa di posizione della maggioranza del Consiglio regionale della Calabria con la “regia” di Occhiuto potrebbe essere una buona “stampella” per questa strategia.
Una strategia che verosimilmente non piace alla Lega, che dell’autonomia differenziata fa da anni una bandiera e da settimane un “tormentone” in chiave elettorale. Ecco il terzo punto, la Lega: alla fine sul piano formale il documento del Consiglio regionale – ha precisato una nota di Palazzo Campanella – sarebbe stato votato da tutti, anche dai consiglieri del gruppo del Carroccio, ma questo, al di là delle note di facciata e delle frasi accomodanti a fine seduta, non toglie che la Lega si sia spaccata, registrando la divisione tra gli “ortodossi”, il capogruppo Giuseppe Gelardi e Giuseppe Mattiani, e i meno “ortodossi”, il presidente dell’aula Filippo Mancuso e Pietro Molinaro, che notoriamente sono in asse con Occhiuto, al punto che soprattutto Mancuso viene ormai dato dagli “addetti ai lavori” sempre più in marcia di allontanamento dalla Lega (e di avvicinamento a Forza Italia). Insomma, al tirar delle somme secondo tanti osservatori la “regia di Occhiuto sarebbe riuscita a disunire la Lega evidenziandone le lacerazioni. Una piccola rivincita dopo quanto è successo negli ultimi mesi, dagli addii a Forza Italia di Mattiani a Katya Gentile (oggi al Misto ma data ormai con il Carroccio e comunque oggi non presente in aula) alle tante scintille tra azzurri e salviniani? Chissà… (a.cantisani@corrierecal.it)
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