CORIGLIANO-ROSSANO Non solo Baker Hughes. Potrebbe presto prendere forma un altro dei grandi progetti di sviluppo per la Calabria del nord-est che vede al centro il Porto di Corigliano-Rossano e che potrebbe coinvolgere anche l’area produttiva di Enel di contrada Cutura. Non c’è ancora nessuna conferma ufficiale ma – per quanto rivelano alcune fonti interne al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica – pare che l’Autorità di Sistema portuale di Gioia Tauro abbia risposto all’Avviso pubblico per la realizzazione della produzione di energia eolica in mare, candidando la struttura portuale della Piana di Sibari come hub logistico per l’assemblaggio e la manutenzione delle pale eoliche che poi dovrebbero essere trasferite a largo per svolgere la loro funzione di produzione di energia green. Non c’è alcuna ufficialità, ribadiamo, ma la possibilità che si possa essere difronte ad un piano concreto e compiuto c’è tutta. Perché proprio al MASE è attiva da mesi e ormai in fase di responso, la procedura VIA per la realizzazione di un parco eolico off-shore nello specchio di mare antistante la costa che si estenda da Corigliano-Rossano e fino a Pietrapaola sul degradamento della secca di Amendolara. Del progetto ne parlammo, in esclusiva, nel febbraio 2023 (leggi qui tutti i dettagli). L’idea parte da una proposta dalla Nd-Sea One s.r.l., con la collaborazione della Environment Earth Engineering, società spinoff dell’Università della Calabria. Nel concreto, si tratta di un impianto che sfrutta la forza del vento e del sole installato ad una discreta distanza dalla costa (10 miglia nautiche/all’incirca 20 km), ancorato su un fondale relativamente basso che varia in profondità tra i 200 e i 350 metri. Nella sostanza, da quanto si apprende dal folto faldone progettuale, il parco eolico/solare galleggiante sarà composto da 28 pale eoliche, disposte su tre file, alte 160 metri l’una, con un diametro di rotazione di 236 metri, posate ognuna su piattaforme triangolari galleggianti larghe 150metri, lunghe 137 e profonde 80. Oltre ai mulini, poi, ci saranno due “campi” di pannelli fotovoltaici (galleggianti anche loro) di superfice totale poco inferiore a 3km quadrati. Dunque, con l’entrata in disponibilità del Porto a sostegno di questo progetto, non è da escludersi nemmeno che a breve possa arrivare conferma anche su un coinvolgimento di Enel o quantomeno di Terna (gestore della distribuzione elettrica in Italia) che proprio a Rossano ha attivo uno dei più grandi e importanti connettori elettrici alla rete nazionale. Per intenderci: al Porto di Co-Ro si assemblano le pale oliche; da li vengono trascinate verso l’area individuata in mare; qui il vento le mette in funzione e tutta l’energia pulita prodotta viene trasportata attraverso un elettrodotto sottomarino fino al connettore di contrada Cutura dove la corrente elettrica viene passata sull’elettrodotto nazionale. Come previsto dal Decreto Energia 181 del 2023 – e ritorniamo al Bando del MASE – «dovranno essere individuati almeno due porti nel Mezzogiorno che rientrano nelle Autorità di sistema portuale». E uno di questi, dicevamo, potrebbe essere proprio Corigliano-Rossano perché risponde a tutte le caratteristiche tecniche del progetto. «Si tratta – spiega il Ministro Gilberto Pichetto – di un primo importante intervento del Governo per dare attuazione al nostro decreto che incentiva la produzione di energia da impianti di eolico offshore, contribuendo in maniera innovativa alla decarbonizzazione e alla transizione energetica». Un progetto reale più che plausibile anche perché rientra perfettamente nei canoni e nei criteri dettati dalla Dichiarazione di Ostenda, con la quale l’Unione Europea si è data criteri chiari e precisi per abbandonare gradualmente la produzione di elettricità da fonti tradizionali e puntare tutto sui parchi eolici offshore. (Eco dello Jonio)
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