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Schlein in Calabria: «Salario minimo misura antimafia, no all’autonomia-secessione»

Tuffo nelle realtà del sociale per la leader del Pd, in visita alla Progetto Sud a Lamezia Terme e al Centro calabrese di Solidarietà a Catanzaro

Pubblicato il: 27/05/2024 – 12:26
Schlein in Calabria: «Salario minimo misura antimafia, no all’autonomia-secessione»

LAMEZIA TERME «Questa è una realtà straordinaria perché nasce dall’intuizione di dovere restituire alla collettività un bene confiscato alla mafia attraverso un uso sociale che qui riguarda sia le persone con disabilità che hanno pieno diritto all’inclusione. Lo ha detto la leader del Pd, Elly Schlein, dopo aver visitato a Lamezia Terme la Comunità Progetto Sud di don Giacomo Panizza. «C’è un bel progetto che dà casa, dà senso di famiglia, dà autonomia e questo è importantissimo per i percorsi delle persone con disabilità. Ma – ha aggiunto la Schlein – è anche un progetto che si occupa di inclusione di chi arriva da lontano e ha diritto ad un’accoglienza dignitosa ed è anche un progetto che si occupa di tante diverse fragilità noi crediamo che servano molte più risorse e investimenti sul sociale ed è il motivo per cui siamo estremamente preoccupati dei tagli del governo Meloni verso i Comuni che da soli non ce la faranno a sostenere realtà preziose come queste che il terzo settore anima in tutta Italia tenendo in piedi il nostro tessuto sociale che è lacerato da profonde diseguaglianze. Allo stesso tempo – ha proseguito Elly Schlein – siamo preoccupati dai tagli sulla sanità per lo stesso motivo, perché dopo la pandemia avremmo dovuto scoprire, con l’aumento delle solitudini, con l’interruzione di percorsi per persone fragili, sia persone non autosufficienti che persone con disabilità, e con l’aumento delle sofferenze delle persone avremmo dovuto capire che il Paese deve investire molte più risorse sul sociale e sulla sanità pubblica. Quindi noi continueremo a insistere su questo.

Autonomia differenziata

La Schlein si è soffermata anche sul tema dell’autonomia differenziata, rincarando le critiche al governo di centrodestra: «Hanno svelato la maschera di questo cinico baratto, hanno chiarito pure loro che è un baratto tra la riforma costituzionale che vorrebbe accentrare tutti i poteri nelle mani del capo del governo e la distruzione della prospettiva di riscatto per il Sud di questo paese. È un’autonomia differenziata che – ha sostenuto la leader del Pd – ancora trasuda il disegno secessionista della Lega che Salvini non ha mai abbandonato e che Meloni sta accettando a testa bassa. Noi abbiamo bisogno di ricucire le fratture profonde di questo Paese perché possa avvenire un suo rilancio economico. Non c’è riscatto per l’Italia senza il riscatto del Sud. Quello che stupisce è che non abbiano neanche cercato di fingere di voler fare un’altra cosa perché non hanno messo un euro su questa riforma. Non gliene frega niente di ridurre le diseguaglianze territoriali che il Sud ha già pagato fin troppo e noi invece come Partito Democratico da Nord a Sud ci batteremo contro questa pericolosa riforma e siamo felici della straordinaria partecipazione di più di 50.000 persone a Napoli. E’ il segno che c’è una società civile insieme al sindacato e alle associazioni ancora molto vogliosi di partecipare e di dire no a una riforma pericolosa come questa». Con riferimento alle critiche dei vescovi all’autonomia differenziata, la Schlein ha aggiunto: «Sono argomentazioni di buon senso, perché è evidente che siamo tutti preoccupati che in un paese in cui l’Istat ci racconta che stiamo toccando il picco di povertà assoluta da dieci anni, in cui un italiano su dieci è in povertà assoluta, e invece c’è un governo che taglia il paese in due, cancella l’unico strumento di contrasto alla povertà e blocca la nostra proposta sul salario minimo, sta andando esattamente nella direzione di affossare le speranze di una intera fascia di popolazione».

Premierato

Altre critiche al governo della Meloni sul tema del premierato: «Meloni – ha osservato anche Schlein – è passata nel giro di 24 ore da “o la va o la spacca” al “chi se ne frega dell’esito, io resto”. È allucinante la leggerezza con cui questa presidente del Consiglio scambia la carta costituzionale che ci deve tenere insieme tutti con il suo destino personale. Anche per questo noi ci batteremo contro questa riforma che indebolisce il Parlamento, indebolisce la figura del Presidente della Repubblica e quindi indebolisce la democrazia. Perché se tu sei chiamato solo una volta ogni cinque anni a essere libero di acclamare un capo, Quello che accade è che il resto dei cinque anni quel capo decide da solo e questo non è più democrazia per i cittadini, è meno democrazia per i cittadini».

Elly Schlein con don Giacomo Panizza

La tappa a Catanzaro

Per la Schlein la visita in Calabria è anzitutto un tutto nelle realtà più positive sul piano sociale in Calabria. Dopo la “Progetto Sud” la leader del Pd infatti ha visitato il Centro calabrese di Solidarietà a Catanzaro, struttura che da anni si occupa del recupero e del sostegno dei tossicodipendenti, delle donne vittime di violenza e di tutte le fasce deboli della popolazione: ad accoglierla la presidente Isa Mantelli (nella foto in copertina), presente anche il sindaco Nicola Fiorita.  «Il Centro calabrese di Solidarietà – ha sostenuto la Schlein – è una realtà che per noi è di grande ispirazione ed esempio. Lo Stato, le istituzioni e la politica non si possono ricordare del terzo settore solo durante le emergenze. Bisogna costruire con loro politiche che migliorino le vite delle persone e che emancipino le persone dal bisogno, specialmente chi ha delle fragilità. È umano avere delle fragilità. Bisogna contrastare la cultura dello scarto. Ogni persona merita un percorso per poter essere sostenuta ed aiutata. Questo non si riesce a fare se non c’è attenzione verso il sociale, se si tagliano i fondi ai comuni che servono proprio per lavorare con realtà come questa, se si taglia la sanità pubblica. Noi – ha aggiunto la leader del Pd – abbiamo bisogno invece di rimettere al centro la cura delle persone e la cura delle nostre comunità». Secondo la Schlein «è fondamentale che lo Stato arrivi prima delle mafie se vogliamo essere efficaci. Bisogna stare al fianco di chi non ce la fa perché lavoro non ne ha e reddito non ne ha. È il motivo per cui stiamo facendo una battaglia sul salario minimo, perché ci sono tre milioni e mezzo di lavoratori e lavoratrici che sono poveri anche se lavorano. Bisogna contrastare anche un’autonomia differenziata che rischia di aumentare le diseguaglianze territoriali che questa terra ha già pagato fin troppo. Se vogliamo puntare a percorsi di emancipazione e scardinare la ricattabilità di cui si nutrono le mafie – ha quindi concluso la leader del Pd – bisogna mettere molta più attenzione sulla questione salariale e sulla questione sociale di questo Paese».  (a. cant.)

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