ROMA Terapie personalizzate, scelte in base alla ‘memoria anticancro’ di cui è capace il sistema immunitario di ogni paziente. E diagnosi precoce, con uno screening ad hoc e l’aiuto dell’intelligenza artificiale. Si muoverà lungo queste due direttrici la neonata Piattaforma polmone finanziata da Fondazione Umberto Veronesi Ets. Sviluppata in collaborazione con l’Irccs ospedale San Raffaele di Milano (centro coordinatore) e la University of Chicago, la piattaforma di ricerca avrà durata quinquennale e un obiettivo: migliorare il percorso di assistenza dei malati di cancro al polmone. In Italia si tratta del tumore più frequente dopo quello al seno e al colon-retto; nel 2023 sono stati 44mila i nuovi casi diagnosticati. Il fumo di sigaretta è il principale fattore di rischio: l’80% delle diagnosi di cancro ai polmoni riguarda i fumatori, ricordano Fondazione Veronesi e San Raffaele alla vigilia della Giornata mondiale senza tabacco. Nonostante i progressi fatti nella cura, il tumore del polmone rappresenta una delle principali cause di morte per cancro. Nel nostro Paese è primo per mortalità negli uomini e secondo nelle donne, e complessivamente ogni anno i decessi sono 35.700. Alla luce di questi numeri, Fondazione Veronesi ha deciso di sviluppare una piattaforma di ricerca per ‘prendere di petto’ le numerose sfide che ancora restano da affrontare nel percorso di diagnosi e cura della malattia. Il progetto “nasce dalla sempre più pressante necessità di cambiare la storia di questa malattia”, dichiara Chiara Tonelli, presidente del Comitato scientifico di Fondazione Veronesi, professore emerito di Genetica all’università Statale di Milano e presidente della Federazione italiana scienze della vita (Fisv). «Per farlo abbiamo deciso di avvalerci della collaborazione di prestigiose istituzioni che da anni rappresentano un’eccellenza nella ricerca contro il tumore del polmone. La piattaforma dimostra ancora una volta l’importanza da parte di Fondazione di investire in ricerca con un progetto a lungo termine», sottolinea. «Fondazione Veronesi – aggiunge Monica Ramaioli, direttore generale dell’ente – da anni sostiene una ricerca scientifica innovativa, che vede la ricerca di laboratorio affiancata e proiettata alla prevenzione e alla cura dei tumori. Finanziare questa innovativa piattaforma rispecchia a pieno i criteri di selezione che caratterizzano Fondazione, dove l’alta innovazione e il forte impatto traslazionale aumentano le possibilità di trovare nuove efficaci soluzioni per i pazienti».
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