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TRANSIZIONE ECOLOGICA

Città metropolitane e province green, le sorprese Reggio e Cosenza: tra le più virtuose d’Italia

Anche Catanzaro, Crotone e Vibo si piazzano bene nella classifica Censis. Ma i reggini sono insoddisfatti per la qualità della vita

Pubblicato il: 05/06/2024 – 6:46
di Eugenio Furia
Città metropolitane e province green, le sorprese Reggio e Cosenza: tra le più virtuose d’Italia

COSENZA Calabria verde. La minuscola non è un errore, è voluta perché non parliamo di una delle tante estenuanti vertenze della Calabria ma di città green: qui, infatti, la nostra regione si piazza a sorpresa tra quelle più virtuose, solitamente tutte del centro-nord. Nelle classifiche dominate da Bolzano, Bologna e Pordenone si affacciano Reggio Calabria e Cosenza, ma anche Catanzaro, Crotone e Vibo si piazzano bene nelle tabelle del Censis, che analizza lo stato della transizione ecologica in 107 città italiane attraverso il “Green&Blue index”: tra i 26 indicatori ci sono il ricorso alle energie rinnovabili, la gestione dei rifiuti e quella della mobilità, il risparmio energetico; i centri sono divisi in 4 gruppi in base al numero di abitanti e in 3 macro-aree (istituzioni, cittadini e imprese).

L’exploit di Reggio e Cosenza, il buon piazzamento delle altre

Il decimo posto di Reggio Calabria tra le città metropolitane risente del buon comportamento delle imprese (indice 80,3 che equivale alla seconda posizione in assoluto in riferimento a questo indicatore, tra le altrettanto sorprendenti Messina e Palermo) a fronte di quello della popolazione (72,2): in termini assoluti la città dello Stretto supera centri importanti come Palermo (11ª) e Catania (12ª).
Tra le province con più di 500mila abitanti, Cosenza si segnala con il suo 16esimo posto con le imprese più virtuose in termini di sostenibilità in un Sud imprenditoriale vincente grazie alle performance di Taranto, Salerno, Foggia e Caserta. Nei valori generali il Cosentino si colloca appena dopo Modena e supera province come Udine e Lecce.
E le altre? Tra le province con una popolazione tra 300mila e 500mila abitanti, Catanzaro è come Reggio in top ten benché in ultima posizione (ma nell’indice riferito alle imprese è terza); tra quelle con meno di 300mila abitanti Vibo Valentia e Crotone sono quasi appaiate (20esima e 22esima) con la provincia pitagorica 4ª assoluta ancora una volta se si guarda alla transizione ecologica delle imprese e si presume che il distretto del vino abbia un ruolo in tal senso (Vibo è nona).  

Ma i reggini sono insoddisfatti per la qualità della vita (a parte nel proprio quartiere)

In parallelo, uno studio Istat fa da contraltare se si parla di qualità della vita nella città dello Stretto. In sei città italiane si osservano percentuali molto alte della popolazione soddisfatta di vivere nella propria città (superiori al 90%) e sono: Trento, Trieste, Cagliari, Bergamo, Brescia, Bolzano. È quanto emerge dal rapporto “Qualità della vita nelle città” di Istat”. Mentre a Bari, oltre la metà della popolazione ritiene che la qualità della vita negli ultimi 5 anni sia migliorata (uno dei migliori risultati a livello europeo), più della metà dei cittadini di alcune città italiane ritiene che la qualità della vita nella propria città sia invece peggiorata. A pensarla così sono la maggior parte dei cittadini di Firenze, Sassari, Bolzano, Catania, Parma, Roma, Venezia e Reggio Calabria, dove è bassissimo anche il livello di soddisfazione per i servizi sanitari; interessante il dato reggino – rileva l’Istat – anche a proposito della «soddisfazione per la propria città e per il proprio quartiere», indicatori «coerenti tra loro» che «variano di pochi punti percentuali. Si osservano tuttavia casi in cui si è maggiormente soddisfatti della propria città rispetto al proprio quartiere (come nelle città del Nord Europa e in molte città tedesche) e, al contrario, casi in cui si è più soddisfatti del proprio quartiere che della propria città. Quest’ultima tendenza si rileva in varie città italiane, tra cui Roma, Venezia, Palermo e Catania, e in città come Madrid, Parigi, Marsiglia e Atene. Lo scarto maggiore in favore del quartiere si osserva a Reggio Calabria (dove la differenza tra la percentuale di soddisfatti per la vita nella città e nel quartiere è di -12,7%) e a Taranto».
Non sia presa come una semplificazione ma i numeri parlano chiaro e ci dicono che per una corsa (soprattutto delle imprese) verso la sostenibilità, esiste un “contesto” ancora arretrato nei servizi e nella qualità della vita: il privato batte il pubblico. Per adesso.   

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