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l’intervista del corriere della calabria

Conte: «Vogliamo un’Europa che investa sulla sanità e sul lavoro e non sulle armi»

Il leader del M5S: «Un’Europa che sappia creare futuro per i nostri figli, che li metta nelle condizioni di avere uno stipendio, firmare un mutuo e costruire una famiglia»

Pubblicato il: 06/06/2024 – 6:59
di Emiliano Morrone
Conte: «Vogliamo un’Europa che investa sulla sanità e sul lavoro e non sulle armi»

Pace, solidarietà, eguaglianza, diritti, investimenti. E giovani, rischio di una guerra globale, Stato sociale, futuro del sud dell’Europa e quindi della regione Calabria. Sono i temi principali che affrontiamo nell’intervista di oggi con Giuseppe Conte, presidente del Movimento Cinque Stelle, in vista delle elezioni europee dell’8 e del 9 giugno prossimi.

Presidente, «Per un’Europa più giusta» è uno dei motti elettorali del Movimento Cinque Stelle. Che cosa significa? Quali sono gli interventi che proponete per costruire un’Europa più giusta?

Per noi un’Europa più giusta è un’Europa lungimirante, che sappia creare futuro per i nostri figli e non quella che vorrebbe mettere l’elmetto di guerra ai nostri ragazzi. Vogliamo un’Ue che porti avanti una svolta solidale che li metta in condizione di costruire il loro futuro, avere uno stipendio giusto, poter firmare un mutuo e costruire una famiglia. Ci battiamo per l’Europa dei 209 miliardi del Pnrr, della solidarietà, dei diritti. Vogliamo un’Europa che investa sulla sanità e sul lavoro e non sulle armi.

Nel simbolo della vostra lista elettorale è riportata la parola «Pace». È un messaggio di speranza, una prospettiva per i giovani, ha significato Pasquale Tridico, vostro capolista nella circoscrizione Sud. Qualche avversario ha invece ricordato che nella scorsa legislatura il Movimento votò in Parlamento per l’invio di armi all’Ucraina. Lei crede nella possibilità della fine del conflitto alle porte dell’Europa, di una pace duratura, di un futuro di dialogo e disarmo?

Io credo che siamo in una fase storica molto delicata e di fronte abbiamo un bivio. I cittadini italiani, come tutti i cittadini europei, sono chiamati a scegliere tra chi è capace solo di inviare armi ad oltranza, e ci sta portando verso una nuova guerra mondiale, o chi vuole negoziati di pace; tra i nuovi tagli imposti da Bruxelles, approvati dal governo Meloni, e nuovi investimenti in sanità e ambiente.

Quale dovrebbe essere il ruolo dell’Europa fra Stati Uniti e Russia, tra Occidente e Oriente?

L’Europa deve essere costruttore di pace attraverso la diplomazia. I nostri governanti hanno scelto invece di imboccare la strategia della belligeranza e il risultato è sotto gli occhi di tutti: siamo sull’orlo di una guerra mondiale. Dobbiamo interrompere questa spirale di violenza, abbiamo bisogno di un’Europa di pace. E mi vergogno del governo Meloni che si astiene su tregua e cessate il fuoco a Gaza di fronte al massacro di oltre 35mila civili palestinesi, soprattutto donne e bambini. Ci vogliono un’Italia e un’Europa con la schiena dritta contro la follia di Netanyahu. Il Movimento Cinque Stele è l’unica garanzia per il popolo della pace e per chi vuole un’Europa dei diritti sociali: fra i grandi partiti italiani siamo stati gli unici a votare in Europa contro le armi e i tagli al sociale del Patto di stabilità.

Voi siete contro l’autonomia differenziata. Come, a partire dalle istituzioni europee, si possono colmare i divari tra il Settentrione e il Mezzogiorno, tra il nord e il sud del Vecchio continente?

L’Europa ha già oggi strumenti importanti, uno dei quali si chiama Next Generation Eu, al cui lancio il mio governo ha dato un contributo importante, con 209 miliardi per l’Italia. Questo piano, poi concretizzatosi nel Pnrr italiano, non solo rappresenta la prima, storica emissione di debito comune europeo, quindi una concreta manifestazione di solidarietà, ma ha tra i suoi obiettivi proprio la coesione, ovvero il superamento delle disparità territoriali. Esiste poi il Fondo per lo sviluppo e la coesione, destinato per l’80 per cento al Sud, che però questo governo sta usando come un bancomat per coprire i tagli al Pnrr, portando avanti un triste gioco delle tre carte, tappando un buco e aprendone altri. In questa fase storica, soprattutto per consentire all’Europa di non fare la fine del vaso di coccio tra Stati Uniti e Cina, servono ingenti investimenti, che però il nuovo Patto di stabilità, accettato supinamente dalla Meloni, nega alla radice. Bisogna difendere la filosofia del Next Generation Eu con le unghie e con i denti, rendere strutturale il meccanismo. E invece l’Esecutivo ha avallato una restaurazione ideologica dell’austerità. Per tale ragione serve in Europa una svolta che questa destra, assolutamente mainstream e neoliberista, ha dimostrato di non essere in grado di imprimere.

Mi dice cinque parole che rappresentino impegni chiave del Movimento, a favore della Calabria, nel prossimo Parlamento Ue?

Pace, investimenti in sanità, lotta alla corruzione e alla criminalità, salario minimo e reddito di cittadinanza europeo. (redazione@corrierecal.it)

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