VILLA SAN GIOVANNI «Il Ponte sullo Stretto è un’alternativa per rafforzare il sistema dei trasporti in Calabria». È l’analisi dell’amministratore delegato della società Stretto di Messina Pietro Ciucci, a Villa San Giovanni in occasione del G7 del Commercio in corso all’Altafiumara Resort. Rispondendo alle domande dei giornalisti Ciucci ha parlato dell’opportunità che rappresenta l’evento che riunisce “i grandi della Terra”, e che si sta svolgendo con l’affaccio proprio sul punto in cui da progetto sorgerà l’opera, «il posto più bello, forse a livello mondiale, come scenario», ha sottolineato.
Sul Ponte questa mattina si era espresso il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani affermando: «Il futuro Ponte sullo Stretto sarà una meraviglia di ingegneria che metterà questa regione al centro delle grandi rotte logistiche mondiali».
«Per noi – ha dichiarato Cucci al Corriere della Calabria – è stato un motivo di soddisfazione essere chiamati dal vicepremier Tajani a partecipare a questo importantissimo incontro istituzionale in questo posto bellissimo. Il ponte ci sta bene per tanti motivi: la competitività di un sistema, lo sviluppo del commercio dipende anche dall’efficienza delle infrastrutture e il Ponte è una grande infrastruttura, è un collegamento di due sistemi trasportistici, siciliani e calabresi, è il completamento del corridoio europeo da Helsinki a Palermo». «Ci sono – ha aggiunto – i rappresentanti dei sette grandi Paesi, il nostro è un ponte italiano ma si avvale della conoscenza del mondo e quindi noi abbiamo contributi, imprese, parteciperanno alla realizzazione, alla progettazione del ponte che vengono sì dall’Italia ma anche dagli Stati Uniti, dalla Francia, dalla Danimarca, dalla Spagna. Avevo vicino a me il ministro giapponese e gli ho ricordato che uno dei principali operatori è la IHI, un grandissimo gruppo giapponese».
Riguardo alle posizioni espresse da parte di chi si oppone alla realizzazione dell’opera, Ciucci ha affermato: «Gli oppositori del progetto sono ben individuati, abbastanza monotoni nelle loro considerazioni, molto spesso ripetono affermazioni false dal punto di vista legislativo, tecnico, scientifico. Ma, come spesso accade, le fake news sono difficilissime da abbattere per quanto noi ogni volta cerchiamo di rispondere, poi c’è sempre chi il giorno dopo ripete la stessa cosa. «Il ponte – ha aggiunto – è ben accetto e se ne parla molto meglio fuori d’Italia che in Italia. In Italia facciamo polemiche molto locali, molto limitate, molto politiche, e non guardiamo invece all’importanza del progetto stesso». Sull’aumento del costo dell’opera, l’ad della società Stretto di Messina ha spiegato: «È chiaro che se passa il tempo aumentano i costi, ma l’aumento del costo del ponte, che chiaramente noi tenderemo a mantenere sotto controllo in tutti i modi possibili, dipende da quello che è accaduto negli ultimi anni. L‘aumento dei prezzi riguarda non il ponte, riguarda tutti i progetti. Il nostro impegno è tenerlo sotto controllo sperando che l’inflazione si riduca come si è ridotta rispetto all’inflazione a due cifre che abbiamo avuto per qualche anno in Italia e non solo».
Sull’opportunità che l’opera rappresenta per la Calabria e la Sicilia, Ciucci ha affermato: «Non c’è dubbio che la Calabria abbia un problema di collegamenti e di infrastrutture, basta vedere nell’esperienza quotidiana, ostaggio del trasporto aereo. L’altro giorno per venire da Roma a Reggio Calabria il biglietto costava 400 euro, in questi algoritmi misteriosi, certo non molto democratici, che ormai applicano tutti. Quando ci sarà un’alternativa non saremo più tutti quanti prigionieri di questi algoritmi, non pensate che anche il costo del trasporto aereo tra Roma e Milano si sia un po’ ridotto da quando c’è la concorrenza del treno? Allora perché Calabria e Sicilia non devono avere questa alternativa? E il ponte è essenziale per questo».
Ciucci ha infine parlato dell’importanza dell’alta velocità affermando che «il ponte rende più sostenibile l’investimento. Se si realizza l’alta velocità fino a Reggio Calabria, e quindi in Sicilia, è come se la penisola si accorciasse ulteriormente». (m.r.)
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