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Glioblastoma, nuove prospettive da immunoterapia personalizzata

Ad aprire nuove prospettive di cura è il programma Gliomatch finanziato dalla Comunità europea

Pubblicato il: 17/07/2024 – 21:20
Glioblastoma, nuove prospettive da immunoterapia personalizzata

Immunoterapia personalizzata contro il glioblastoma, il cancro al cervello più aggressivo, con una sopravvivenza che dopo 10 anni dalla diagnosi non arriva al 2%. Ad aprire nuove prospettive di cura è il programma Gliomatch finanziato dalla Comunità europea, al quale partecipa l’Irccs Istituto neurologico Besta di Milano. In campo c’è il più grande consorzio di ricerca sui pazienti con glioblastoma multiforme e gliomi di alto grado pediatrici, composto da 8 centri clinici europei. Il Besta descrive il progetto in occasione della Giornata di sensibilizzazione sul glioblastoma. Diverse sperimentazioni cliniche – riporta AdnKronos – suggeriscono che un sottogruppo di pazienti può trarre beneficio dall’immunoterapia, in particolare quella che utilizza le cellule dendritiche. Da questa osservazione parte il programma di ricerca, che mira a individuare la tipologia di malati per i quali questa strategia può essere utile. Una missione difficile perché per il glioblastoma ancora mancano biomarcatori misurabili, ‘spie’ della presenza del tumore, della sua evoluzione e della risposta alle cure.

«Oggi quasi il 20% dei pazienti affetti da glioblastoma dell’adulto e da glioma pediatrico di alto grado può beneficiare di un trattamento personalizzato in base alle caratteristiche del proprio tumore. Ma in assenza di biomarcatori adeguati, molti ricevono applicazioni di immunoterapia subottimali», spiegano dal Besta. Il team Gliomatch vuole superare questo problema «analizzando, mediante una piattaforma appositamente costruita, i dati clinici molecolari e radiologici di pazienti già trattati in passato con l’immunoterapia». In particolare, illustra una nota, verrà esaminata «la più ampia coorte di pazienti affetti da gliomi di alto grado trattati con immunoterapia (circa 300)». Il consorzio «sfrutterà la potenza dei dati integrando mappe tissutali multistrato a risoluzione spaziale con immagini di risonanza magnetica non invasiva, creando un hub radio multiomico di risonanza magnetica all’avanguardia. In questo modo i medici riusciranno a classificare gli individui in base alle caratteristiche del loro sistema immunitario e a interpretare l’efficacia del trattamento con una precisione senza precedenti».

«Siamo orgogliosi di far parte del progetto Gliomatch che io coordino e a cui partecipano anche le dottoresse Serena Pellegatta, Valeria Cuccarini, Bianca Pollo e Catia Traversari», dichiara Marica Eoli, neuroncologa della Neurologia 2, responsabile Ss Neuroncologia sperimentale del Besta. «La condivisione di dati tra diversi centri specialistici è fondamentale per riuscire a riscrivere il futuro dei pazienti affetti da queste forme tumorali molto aggressive», evidenzia. «Il Besta – aggiunge Eoli – è impegnato da tempo nella ricerca di cure personalizzate contro glioblastoma. Il progetto prevede anche, dopo l’analisi degli studi retrospettivi, l’avvio di una sperimentazione clinica che implica la somministrazione della tossina tetanica associata alla vaccinazione con cellule dendritiche sensibilizzate verso il tumore del paziente stesso. E’ chiaro che soltanto unendo le forze e potenziando gli sforzi di collaborazione con i nostri partner potremo migliorare le cure e far progredire la ricerca in questo campo».

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