ROMA «Il fatto è di inaudita gravità dal momento che gli indagati non hanno esitato a sparare numerosi colpi d’arma da fuoco, in pieno giorno, a volto scoperto e sulla pubblica via per risolvere una bega con un tossicodipendente albanese. Si tratta di un’azione spropositata nella stessa ottica criminale che ha messo a concreto rischio l’incolumità di più persone e che in sé denota come pericolosi coloro che l’hanno realizzata». A scriverlo il gip di Roma Paolo Scotto di Luzio nell’ordinanza con cui ha disposto il carcere per i due ragazzi – un 24enne di origini romene e un 23enne di origini peruviane –, accusati dell’omicidio di Caterina Ciurleo, l’81enne originaria di Reggio Calabria, uccisa per errore con un colpo di pistola nel corso di una sparatoria in via della Riserva Nuova, a Roma est, il 23 maggio scorso. Ai due è contestato anche il tentato omicidio, perché a bordo della Smart occupata dall’anziana c’era anche una sua amica. Il gip sottolinea inoltre come «hanno mostrato per questa via sicurezza nei propri mezzi criminali, sintomo di una particolare propensione al delitto, che deve essere valutata quale elemento significativo di pericolosità sociale. Nemmeno si può tacere che gli intenti delittuosi, sono stati perseguiti con particolare caparbietà circostanza questa che pure va letta per qualificare la personalità di entrambi. La condotta successiva mantenuta, l’abbandono dell’auto, l’aver fatto scomparire l’arma (su quella rinvenuta e sequestrata sono in corso accertamenti), pure deve essere letta nel senso della capacità criminale degli indagati». E’ fissato per lunedì l’interrogatorio di garanzia per i due 20enni arrestati.
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