Cosenza, la confessione di un assuntore: «Spacciava cerotti contenenti Fentanyl»

COSENZA «Mi forniva dei cerotti contenente morfina denominato “Fentanyl”». E’ la confessione resa da una assuntrice cosentina ai carabinieri. Una testimonianza annotata dai militari e finita nell’inchiesta conclusa, nelle scorse settimane, e che ha portato all’esecuzione di un provvedimento restrittivo (22 in carcere e 27 ai domiciliari), emesso dal gip presso il Tribunale di Cosenza, nei confronti di 49 indagati. Il Fentanyl – come si apprende dalla direzione centrale servizio antidroga – è un analgesico con una potenza di almeno 80 volte superiore a quella della morfina. La ragazza confessa di aver acquistato un involucro trasparente contenente al suo interno marijuana, ma anche cocaina dal 2019 al 2021.

Dal Fentanil al Cobret

Non solo cocaina e marijuana, a Cosenza gli assuntori fanno uso del “cobretto”, «uno stupefacente che si fuma utilizzando della carta stagnola». Chi ha svolto le indagini, per comprendere l’esatta classificazione dello stupefacente, parte dalla denominazione corretta: “cobret”. Si tratta di eroina molto grezza, lo scarto del processo di produzione della stessa droga e si presenta come una polvere che ha l’aspetto dello zucchero di canna. Ma perché si fuma il “cobret”? «E’ un composto che si presta ad essere fumato, proprio perché aumenta la temperatura in cui la sostanza brucia, favorendo l’evaporazione e l’aspirazione dei fumi». Sull’utilizzo della sostanza stupefacente, a supporto dell’attività svolta dai militari cosentini giungono alcune intercettazione che cristallizzano le conversazioni di assuntori impegnati a disquisire sulla qualità della droga. «Io a Cosenza te la posso dire una cosa, solo una volta l’ho trovata buona» e sugli effetti c’è chi confessa: «compà questa ti abbiocca». La discussione si riempie di ulteriori discussioni e c’è chi mette in dubbio il rapporto tra la cocaina e il cobret. «Vuoi mettere l’eroina con lo scarto?», «ho capito però il cobretto ti sfonda compà». (f.b.)

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