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Terina, cala il sipario sulla Fondazione. Via libera in Consiglio alla “omnibus”

Dovrà essere liquidata entro il 31 dicembre. Amalia Bruni: «Una sconfitta per tutti». Il Pd all’attacco sull’uso eccessivo della tecnica legislativa

Pubblicato il: 06/08/2024 – 15:02
Terina, cala il sipario sulla Fondazione. Via libera in Consiglio alla “omnibus”

REGGIO CALABRIA Da tempo sulla Fondazione Mediterranea Terina, situata a Lamezia Terme, era in atto una riflessione, da anni commissariata dalla Regione e al centro anche di numerose polemiche per presunte lacune gestionali, tanto da essere ribattezzata spesso come un “carrozzone”, la Fondazione non ha quasi mai espresso le proprie potenzialità in una regione che guarda all’agroalimentare come un asset decisivo del suo sviluppo. Trasformatasi nel tempo in una sorta di ente per la gestione degli immobili allocati nell’area industriale ex-Sir (negli spazi di sua pertinenza trovano, ad esempio, ospitalità l’aula bunker e l’archivio cartaceo della regione) per la Fondazione sembrano essere giunti i titoli di coda.

Giù il sipario

Il Consiglio regionale ha infatti approvato la nuova legge “Omnibus” presentata dalla maggioranza di centrodestra e tra le norme contenute dal testo, anche quella – anticipata nei giorni scorsi dal Corriere della Calabria – che prevede la liquidazione e quindi la soppressione della Fondazione Terina.
Il testo licenziato autorizza la Giunta regionale ad «adottare i provvedimenti necessari entro il 31 dicembre 2024». Prima di ciò sarà preventivamente necessario disporre di «una relazione analiticamente illustrativa degli interventi e delle azioni realizzate del commissario straordinario della Fondazione che ponga in rilievo i risultati conseguiti in relazione alla particolare specificità delle funzioni attribuite dalla legge istitutiva della fondazione».
Il testo detta disposizioni anche per il personale dipendente a tempo indeterminato della Terina, che – si legge nell’articolato – «è trasferito in altri enti di diritto privato in controllo pubblico della Regione, o inquadrato in enti ed agenzie sub-regionali previa selezione nel rispetto della vigente normativa in materia. Alla copertura finanziaria degli oneri determinati dai trasferimenti di personale si provvede per l’anno 2024 nel limite massimo dello stanziamento di euro 400.000,00 e per gli anni 2025 e 2026 nel limite massimo di euro 1.200.000,00» allocati nel bilancio di previsione 2024-2026 (per gli esercizi successivi all’anno 2026, alla copertura degli oneri si provvede in sede di approvazione del bilancio di previsione).

Il resto della “Omnibus”

A relazionare sulla Omnibus la presidente della prima Commissione Luciana De Francesco, che in realtà non entra troppo nel dettaglio dell’articolato (non citando a esempio la Terina). Quella sulla Terina è infatti solo uno dei 21 articoli che compongono il testo, un vero e proprio “calderone” indistinto, dove accanto a provvedimenti di un certo rilievo si trovano anche temi tra i più disparati.
L’assunto da cui muove quest’ultima “Omnibus” è quella di dare riscontro alle sollecitazioni del livello governativo centrale che chiede alla Regione di modificare alcune proposte di legge “borderline” in modo da evitare di ricorrere alla Corte costituzionale. Ma poi ecco disposizioni sulla durata del collegio dei revisori dei conti della Regione (oggi tre anni, con questa norma l’intera legislatura), sulle varianti urbanistiche nelle aree ricadenti nella Zes, sull’accreditamento e le autorizzazioni delle strutture sanitarie e socio-sanitarie, sugli impianti di risalita nella Sila, sulla promozione culturale, sul Parco regionale Valle del Coriglianeto, sulla Terina per l’appunto, e sul trattamento indennitario dei capigruppo che viene equiparato nella durata a quello dei presidenti.

L’intervento di Bruni in Consiglio regionale

Il dibattito

All’attacco il Pd, con la consigliere regionale Amalia Bruni che si sofferma sulla liquidazione della Terina, che – dice – «è una sconfitta per il governo, incapace di salvarla nonostante le opportunità di intervento. La mala gestione della Fondazione, nota da anni, ha portato a un deterioramento finanziario e operativo. La decisione di chiudere la fondazione Terina senza discuterne in commissione è un’ammissione di fallimento. Dimostra che non siamo stati capaci di mettere in atto strategie di risanamento e rilancio, preferendo la via più facile ma distruttiva della chiusura. La Fondazione, nata nel 2007 con veri ricercatori, ha visto un progressivo deterioramento». Bruni poi osserva: «Non possiamo che chiederci se è stato fatto tutto il possibile per il suo risanamento, cercando partner o investitori e sviluppando un piano di rilancio concreto. Temo che la risposta sia negativa, e la liquidazione rappresenta una sconfitta pesante. Non è troppo tardi per invertire la rotta», afferma ancora l’esponente del Pd sottolineando la necessità di «esplorare tutte le vie possibili per salvare la Fondazione» e chiedendo al governo regionale di «rivedere la posizione e aprire un tavolo di confronto con tutti gli attori coinvolti». Bruni poi rileva «la mancanza di trasparenza sottesa all’ennesima “Omnibus”». Anche il capogruppo dem Mimmo Bevacqua sottolinea «la scarsa qualità della produzione normativa, e l’ennesima mortificazione delle prerogative del Consiglio regionale con l’utilizzo improprio ed eccessivo di uno strumento come l”Omnibus”. Ancora più preoccupante  per il ruolo del Consiglio  l’odierno provvedimento omnibus che tra l’altro  prevede di avocare in toto alla Giunta gli elenchi istruttori e periti demaniali in materia di usi civici e la relativa nomina dei membri della Commissione per la vigilanza oppure la proroga al 2025 per la conclusione delle verifiche sulla sussistenza dei requisiti per il rinnovo dell’accreditamento delle strutture sanitarie e socio-sanitarie. Così come avrebbe meritato adeguato approfondimento – proseguono i consiglieri dem – l’intervento avente ad oggetto la nuova Zes unica. Non vorremmo che ci si muovesse per agevolare qualcosa o qualcuno». (a. c.)

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