SOVERATO Emozioni su emozioni per l’anteprima estiva del XXI Festival d’autunno: non poteva che iniziare meglio la nuova edizione della kermesse ideata e diretta da Antonietta Santacroce che ha puntato su Fabio Concato per la prima delle tre date di agosto. Quella in programma ieri, all’arena del Teatro Comunale di Soverato, è stata una serata in compagnia di un artista vero, un grande poeta che con la sua sensibilità e le sue canzoni senza tempo ha illuminato i nostri tempi portando sul palco la magia che solo i grandi sanno ricreare. Fabio Concato è uno tra i più grandi della canzone d’autore italiana che con la sua eleganza e la sua sensibilità riesce a toccare le corde più intime, regalando momenti di pura magia e bellezza. Artista che sa trasformare le parole in melodia, armato della sola sua poesia è salito sul palco per regalare emozioni, accompagnato dai suoi compagni di viaggio, i “musici” che lo stanno affiancando in questo lungo tour di circa di due anni: Ornella D’Urbano, al pianoforte e alle tastiere – suoi anche gli arrangiamenti -, Gabriele Palazzi Rossi alla batteria, Stefano Casali al basso, Larry Tomassini alle chitarre.
Simpatico, pronto a commentare con il pubblico presente e a scherzare amabilmente, finanche con degli spettatori “abusivi” su un balcone prospiciente l’arena, Concato ha snocciolato una scaletta fitta dei suoi maggiori successi. Da “È festa”, a “Ti ricordo ancora”, “Stazione Nord” e anche quella “Troppo vento” – immancabile la battuta sul meteo del catanzarese, che soffiava anche venerdì sera -, in cui si definisce “musico ambulante”, definizione che dà il titolo al tour. Non sono mancati aneddoti, come quello introduttivo di “Domenica bestiale”, in cui ha raccontato di averla presentata all’ultimo Sanremo e di essere stato scartato perché troppo somigliante a un altro suo brano: «Ditemi voi se non è un brano che spacca, questo», ha detto prima di scendere tra il pubblico e cantare insieme ai presenti, salendo anche sugli spalti, sedendosi sulle gradinate. «Questo posto mi sembra un salottino, scusatemi se mi allargo un po’», ha commentato. L’entusiasmo dei presenti è stato incontenibile: tutti conoscevano ogni singola strofa dei brani in scaletta, e cominciavano a cantare, sollecitati dallo stesso protagonista della serata, non appena riconoscevano la canzone. È stato così per “Prima di cena”, “Mi innamoro davvero”, cantata insieme a José Feliciano, presente anche nella colonna sonora di “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi, «un film bellissimo, ma non c’entra il fatto che ci sia una mia canzone». Poi è stato il turno di “Speriamo che piova”, ma «con moderazione» ha aggiunto, raccontando di averla eseguita in un periodo di siccità e che dopo si era scatenata una pioggia insistente che li costrinse a fermarsi: piovve così tanto da convincerlo a non farla più «neanche nei teatri, al chiuso». Fabio Concato ha anche imbracciato la chitarra per “Guido piano”, raccontando di un’eclatante storpiatura del titolo da parte di un giornalista, «del resto siamo il Paese del pressapochismo», ha commentato amaramente. In scaletta c’è stato anch spazio per “051/222525”, scritta per Telefono azzurro e “Gigi” dedicata a suo padre, anche lui musicista. È toccato a “Canto”, “Fiore di Maggio” e “Sexy tango” chiudere tra gli applausi il concerto prima dei bis conclusivi. Anche lì non sono mancati gli aneddoti, come quella volta che al teatro Sistina, Concato fu distratto da un amico in camerino e tornò sul palco per i consueti encore dopo 15 minuti trovando solo 3 persone: quella volta cercò di recuperare facendone qualcuno in più ma da allora «non faccio neanche finta di scendere dal palco» ha ammesso. Ed ecco quindi “Non smetto di aspettarti” e “Rosalina”, e, manco a dirlo, pubblico in delirio.
Il XXI Festival d’autunno – sostenuto anche quest’anno da Regione Calabria/Calabria Straordinaria, attraverso i fondi Pac 2014/20; dalla Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia e dalla Fondazione Carical, oltre che da vari Enti privati – proseguirà adesso con le altre sue anteprime estive, come ha ricordato in apertura di serata il direttore artistico Santacroce: «Il 22 agosto sarà il turno della comicità dissacrante di Uccio De Santis che arriverà qui a Soverato con il suo spettacolo “Non so che fare prima” che nella corsa stagione ha registrato il tutto esaurito nei maggiori teatri d’Italia – ha spiegato -. Il 24 poi ci si sposterà alla Grangia di Montauro dove ci sarà una produzione del Festival, “Taragnawa – Moroccan tarantella”, un concerto in cui si mescoleranno la tarantella e la musica tradizionale della popolazione africana degli Gnawa. Dopo queste anteprime il Festival d’autunno riprenderà a ottobre, a partire dal 3 fino al 3 novembre: in queste settimane il centro storico cittadino diventerà il palcoscenico della rassegna vera e propria con ben 6 fine settimana tematici che presenteranno tra gli altri spettacoli, anteprime, prime nazionali e produzioni originali del Festival. Ce ne sarà per tutti i gusti».
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