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Catanzaro, Fiorita nella “terra di nessuno”. Le exit strategy per scavallare la crisi

Le strade a disposizione del sindaco per evitare l’implosione al Comune. Ma è sempre alto il rischio di ulteriori operazioni “gattopardesche”

Pubblicato il: 06/09/2024 – 8:15
Catanzaro, Fiorita nella “terra di nessuno”. Le exit strategy per scavallare la crisi

CATANZARO Nella “terra di nessuno”, in cerca di una via d’uscita che non è facile da trovare. L’esplosione della crisi al Comune di Catanzaro, con la contestuale implosione della maggioranza “posticcia-pasticcia” che sosteneva il sindaco Nicola Fiorita, è un dato politico di non poco conto. Alla fine le contraddizioni di un’alleanza eterogenea, figlia dell’”anatra zoppa”, tra la coalizione di centrosinistra, capitanata dallo stesso Fiorita, e un’area di centrodestra riconducibile al consigliere regionale di Forza Italia Antonello Talerico si sono rivelate per quelle che erano: insanabili. Del resto, è sotto gli occhi di tutti l’effetto di questa eterogeneità: un sostanziale stallo amministrativo nel quale il “mantra” del cambiamento sbandierato in campagna elettorale si è sciolto davanti al potere di veto del gruppo Talerico.  A fare emergere queste contraddizioni – secondo diversi analisti politici – è stata soprattutto la “nuova” linea del Pd, fino a qualche giorno fa timido e supino, e soprattutto debole ma poi capace di alzare la voce nell’ultima sanguinosa interpartitica, nella quale ha “sfidato” Fiorita “strappando” con il sindaco al quale aveva chiesto un riequilibrio della sua amministrazione in una direzione più progressista. Fonti qualificate dicono che dietro questa trasformazione ci siano indicazioni romane che sarebbero partite dalla segreteria di Elly Schlein: chissà, forse è fantapolitica, intanto i dem sono riusciti a far saltare il banco aprendo di fatto la crisi poi suggellata dall’azzeramento della Giunta da parte di Fiorita contestualmente al ritiro del sostegno di Talerico e del suo gruppo. Fiorita si è dato tempo 10 giorni per uscire dall’impasse, ma il fatto è che al momento è il caos, a Palazzo De Nobili, e per il sindaco si apre una fase al buio, dalla quale alla fine – secondo i “bene informati” – Fiorita uscirà ma si tratterà di capire in che modo e a quali prezzi.

Le “exit strategy”

Certo, l’uscita dell’area Talerico potrebbe rivelarsi un assist per Fiorita per provare a ricomporre un’aggregazione di governo a maggiore trazione di centrosinistra, ma potrebbe rivelarsi anche un altro fattore di confusione favorendo ulteriori operazioni “gattopardesche”, che a Catanzaro sono pratica quotidiana. Perché le “exit strategy” per Fiorita per scavallare la crisi ci sono ma hanno tutte delle controindicazioni. Posto che non se ne parla proprio di intavolare trattative con il centrodestra classicamente inteso (la Lega di Filippo Mancuso, Fratelli d’Italia di Wanda Ferro, Forza Italia di Marco Polimeni), la prima “exit strategy” per il sindaco – secondo gli analisti – potrebbe essere quella di aprire un canale di dialogo con quella parte di centrosinistra oggi all’opposizione, segnatamente il gruppo di Azione, nel quale siede il competitor di Fiorita al ballottaggio, Valerio Donato, ma anche questa area non è così unita, e certe tossine elettorali tra Fiorita e Donato probabilmente non si sono ancora spente e forse non si spegneranno mai. La seconda strada potrebbe essere quella di puntare sugli immancabili “gattopardi” che in questi frangenti spuntano quasi per incanto, non solo a Catanzaro ma soprattutto a Catanzaro: quelli che nella migliore accezione sono chiamati “responsabili” mentre nella peggiore sono chiamati “trasformisti”.  In tanti in effetti già guardano proprio all’area Talerico, a sua volta non granitica: dei sette consiglieri comunali che ne fanno parte secondo i bene informati in tre o quattro potrebbero alla fine posizionarsi ancora a sostegno di Fiorita. Questa operazione numericamente potrebbe essere una buona soluzione ma politicamente potrebbe rivelarsi una pessima soluzione, perché rischierebbe di mettere Fiorita e le sorti del Comune nelle mani di singoli “cani sciolti”, con ulteriori mediazioni al ribasso in un’amministrazione che già non brilla per discontinuità e novità. Intanto, oggi è – sarebbe – in programma una seduta di Consiglio comunale: se si farà potrebbe essere un ring senza esclusione di colpi. (a. c.)

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