REGGIO CALABRIA Chissà se martedì 17 settembre a poche ore dalla fine della processione della molto sentita Festa di Madonna a Reggio Calabra dal palco di piazza Indipendenza Fedez rapperà i suoi testi blasfemici che rimano frasi come “la Madonna piange sangue, prestatele un fazzoletto, ma come si fanno i figli, ancora non gliel’hanno detto, Immacolata concezione, mai stata con un uomo a letto, cazzo è uscito Gesu Cristo da un buco così stretto”? Oppure diplomaticamente si asterrà e “lasciare stare i santi” come suggerisce la cantante Tosca al pittore amante Cavaradossi nella celebre opera di Puccini? In riva allo Stretto è polemica dogmatica svoltata subito in politica per i tradizionali grandi festeggiamenti della festa religiosa molto popolare, quella della Madonna della Consolazione, patrona della città che coniuga sentimento religioso con il ludico spettacolare.
Appena radio fante ha diffuso la voce dell’esibizione dell’ex marito di Chiara Ferragni si è alzato alto il muro dello sdegno.
Hanno preso parola critica due parroci (non tutti i preti della città né tantomeno il vescovo), ad esempio, don Giovanni Gattuso ha scritto al sindaco Falcomatà: «Come uomo e sacerdote, avverto la necessità di esprimere il mio disagio per la scelta di un artista il cui stile e messaggi, per quanto legittimi nel contesto della libera espressione artistica, appaiono lontani dai valori che questa celebrazione incarna». Critico anche don Giovanni Zampaglione un giovane parroco reggino, il quale ha ricordato che in una sua performance l’icastico rapper si presentò con un topo in Croce al posto di Cristo.
Hanno preso parola anche i portatori della Vara, una pesante macchina a spalla di 12 quintali e alta 5 metri, con cui trasportano il quadro della Madonna per i 12 chilometri della città concludendo il sacrificio delle congregazioni con la caratteristica volata. I portatori filologicamente hanno richiamato la datata lettera pastorale “Le feste mariane nell’anno della fede”, pubblicata il 7 settembre 1967, dell’arcivesco Giovanni Ferro che scrisse: «… ma ci sembra altresì doveroso, e ne prendiamo qui volentieri l’occasione per farlo, che si dia un pubblico riconoscimento all’opera intelligente, che il comitato feste ha sempre saputo svolgere, nell’organizzare un programma di festeggiamenti esterni in armonia con il carattere sacro delle solennità votive decretate dalle autorità e dal popolo reggino». Netto il dissenso e provocazione al provocatore invitandolo a cantare dal palco della discordia il Canto dei portatori della Madonna. Sarebbe un atto di conciliazione da parte di Fedez, anche fattibile considerato che il rap non disdegna contaminazioni. Non tutti i reggini la pensano allo stesso modo considerato che su Thread qualcuno ha rimproverato ai portatori certe loro bestemmie durante la processione e anche “appartenenze” non molto religiose. Ha espresso dissenso anche il tradizionalista presidente dell’Istituto Nazionale Azzurro, Lorenzo Festicini, che aveva invitato l’amministrazione Falcomatà a rivedere la posizione. Posizione opposta dall’intellettuale reggino Luigi Palamara il quale ha subito denunciato strumentalizzazione da parte di chi “piegando la devozione a logiche che poco hanno a che fare con la spiritualità” e che con spirito laico e pasoliniano plaude alla presenza di Fedez perché “La Madonna della Consolazione è pronta ad accogliere lui e chiunque altro, perché la fede è più grande di qualsiasi pregiudizio” contestando le diverse prese di posizioni.
La vicenda ha trovato chiarimento istituzionale nella conferenza stampa organizzata dal sindaco Giuseppe Falcomatà, ben lieto di annunciare che i festeggiamenti registrano un aumento delle esibizioni live da 2 concerti che passano ad 8 grazie all’organizzazione di Ruggero Pegna vincitore dell’avviso pubblico e che vuole essere un preambolo del dossier di candidatura che si sta per presentare nel tentativo di consegnare alla sua città il titolo di capitale italiana della cultura. Alle domande dirette Falcomatà junior non si è per nulla scomposto rispettando il dissenso personale di chi dice no e ricordando che in altre feste si esibirono artisti come Fabrizio De André e Gianna Nannini, le quali poetiche non possono certo ascriversi alla tradizione mariana più tradizionale.
Tace Fedez per il momento, impegnato in due concerti meno vistosi in diversi club calabresi. Il controverso artista ha anche pubblicato una storia di Instagram sul traghetto che da Villa San Giovanni lo conduceva in Sicilia chiedendosi retoricamente perché l’imbarcazione avesse il nome di Caronte. Evidentemente non conosce la celebre compagnia di navigazione oppure voleva demitizzare il celebre traghettatore di anime prave che vanno verso l’Inferno?
Un conflitto identitario e politico a Reggio Calabria attorno a Fedez, ma soprattutto attorno alla Madonna della Consolazione. Identitario perché la Madonna è di tutti i reggini come accade spesso al Sud. Durante la Rivolta di Reggio Calabria del 1970, quello stesso monsignor Ferro evocato dai portatori, fece portare in processione la sacra effige per placare gli animi esasperati dei reggini scippati dal capoluogo. Partecipazione enorme ma la processione fu solo una tregua in mezzo alla battaglia. La Madonna che aveva salvato la città della peste non poteva fermare la Rivolta. Incredibile l’episodio del 17 agosto 1982 quando il quadro della Madonna venne rubato. Un furto durato poche ore e che indusse i soliti ignoti a restituirlo nei pressi della basilica probabilmente temendo guai di non poco conto dai fedeli mariani pronti anche a comportamenti poco evangelici nei confronti dei responsabili.
Il concerto di Fedez ha oscurato altre protesta più convenzionali come quella dei residenti del quartiere di Botteghelle che hanno avviato una raccolta di firme contro la presenze delle giostre tra le loro case che creerà disagi alla loro zona o per la dislocazione dei commercianti di dolci e prodotti locali, ma il trionfo dello street food legato al tradizionale panino con salsiccia, cipolla e peperoni non ha nulla da temere per i 4 giorni di grande festa.
Il concerto si farà. A Fedez il compito di non osare con la scaletta rispettando le scelte di tutti. Magari per lui anche l’occasione per ringraziare il medico reggino Tito Sofi, colui che nell’ottobre dell’anno scorso quando il rapper fu in preda alle ulcere lo convinse a restare in ospedale a Milano per curarsi evitando di tornare a casa. Magari, chissà, mai dire mai, Fedez potrebbe anche ringraziare la Madonna di Reggio Calabria per essersi salvato. (redazione@corrierecal.it)
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