Il passaggio non sarà di quelli decisivi o che ostacolerà l’eventuale realizzazione del Ponte sullo Stretto, ma potrebbe innescare una serie di questioni giuridiche imprevedibili. Oggi, infatti, a Roma, davanti alla XVII sezione del Tribunale delle Imprese si troveranno di fronte i cittadini – 104 – che hanno firmato la proposta di “class action” e i 140 che hanno chiesto ad un pool di avvocati di presentare una memoria a sostegno della “Stretto di Messina”.
Il Tribunale romano – come riporta Gazzetta del Sud – prima di ogni valutazione nel merito dell’azione inibitoria collettiva presentata lo scorso 13 giugno dovrà decidere sull’ammissibilità di questa iniziativa giudiziaria. I ricorrenti, nello specifico, hanno nel mirino il progetto del Ponte sullo Stretto, giudicandola «un’opera non strategica». E puntano il dito anche contro la società, accusata di «arrecare un danno ingiusto a soggetti privati».
La richiesta al giudice? Quella di accertare se la Spa creata con legge dello Stato, poi messa in liquidazione, quindi riportata in vita sempre con legge approvata a maggioranza dal Parlamento abbia o meno violato «il dovere di diligenza, correttezza e buona fede, andando avanti con la realizzazione di un’opera che non ha un reale interesse strategico e non è fattibile sotto i profili ambientale, strutturale ed economico».
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