REGGIO CALABRIA «C’è preoccupazione. Parliamo di strumenti investigativi formidabili e la limitazione può avere effetti negativi per l’investigazione e per i cittadini». Così ai microfoni del Corriere della Calabria Rossella Marro, presidente nazionale di Unicost, a margine del convegno dal tema “Le intercettazioni telefoniche, le valutazioni di professionalità, le riforme costituzionali: approdi e prospettive”, organizzato a Reggio Calabria dall’associazione di magistrati Unità per la Costituzione – UniCost (Direzione Nazionale e Segreteria distrettuale di Reggio Calabria), in collaborazione con il Centro Studi “Nino Abbate” e la Rivista “Diritto, Giustizia e Costituzione”. L’evento vede la presenza di molti magistrati, esperti, docenti e politici.
«Siamo a Reggio Calabria per discutere con magistrati e avvocati di questioni processuali, delle intercettazioni, della loro pubblicazione e del diritto dei cittadini di essere informati, e anche dell’esigenza di tutelare il diritto alla riservatezza dei soggetti coinvolti. Siamo qui anche per discutere e per riflettere sulla riforma Nordio, sull’ordinamento giudiziario, che desta molte preoccupazioni», ha spiegato la presidente di Unicost che su questo ultimo punto ha aggiunto: «I pericoli che stiamo evidenziando sono la sottrazione del pubblico ministero all’unico ordine giudiziario in cui ci sono anche i giudici, e quindi il pericolo di sottoposizione del pubblico ministero al controllo del potere esecutivo. Questo creerà un vulnus in quanto sarà molto difficile svolgere le indagini a 360 gradi».
Sulla questione intercettazioni Marro ha evidenziato: «Dobbiamo trovare un contemperamento tra interessi contrapposti: è importante da un lato garantire che ci sia il diritto dei cittadini di essere portati a conoscenza delle indagini ed è importante che non venga limitato questo mezzo investigativo che è fondamentale proprio in riferimento alle attività svolte dalla criminalità organizzata. Anche se le indagini delle Dda non saranno limitate in tal senso, è anche vero che tanti reati non di criminalità organizzata sono delle spie ed è quindi importante che questo strumento non venga depotenziato». Sul tema Mariarosaria Savaglio, Segretario nazionale UniCost, ha spiegato ai nostri microfoni: «Posto che è un principio di civiltà che le intercettazioni non devono essere utilizzate per scopi diversi da quelli su indagini su reati, tuttavia pur riconoscendo che c’è un problema tra diversi diritti contrapposti, le intercettazioni sono uno strumento indispensabile per combattere i fenomeni criminali. C’è il rischio che per tutelare il diritto alla riservatezza si sacrifichi poi il diritto alla sicurezza».
E il dibattito di Unicost si sviluppa proprio a Reggio Calabria, distretto giudiziario particolarmente attivo sull’azione di contrasto alla ‘ndrangheta: «E’ un tema – ha detto la presidente Unicost Marro – che riguarda moltissimo il Sud del Paese, ma ormai abbiamo compreso che la mafia ha esteso i suoi interessi anche al Nord, con finanze e investimenti, è un problema nazionale e anche sovranazionale».
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x