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‘Ndrangheta a Casabona, gli allacci abusivi e i consigli del sindaco per «neutralizzare» i controlli

Tallarico, preoccupato dai controlli dei Carabinieri, avrebbe avuto «il placet» dell’amministrazione sul furto d’acqua a fini industriali

Pubblicato il: 05/10/2024 – 18:15
‘Ndrangheta a Casabona, gli allacci abusivi e i consigli del sindaco per «neutralizzare» i controlli

CROTONE Un contesto caratterizzato da «uno stretto rapporto tra criminalità e politica». Lo ha affermato il procuratore ff di Catanzaro Vincenzo Capomolla nel corso della conferenza stampa che ha seguito l’operazione Nemesis eseguita nel Crotonese. Nel mirino la ‘ndrangheta di Casabona e, in particolare, la cosca Tallarico: 11 gli arresti, di cui otto in carcere e tre ai domiciliari. In manette è finito anche il sindaco Franco Seminario, accusato di aver agevolato la ‘ndrina in diverse circostanze dopo la sua elezione nel 2021, dopo che lo stesso Comune di Casabona era stato sciolto nel 2018. Tra queste anche i tentativi di «neutralizzare», insieme a Carlo Maria Tallerico, i controlli riguardo l’uso illecito delle risorse idriche compiuto dalla cosca.

Gli allacci abusivi per l’acqua

Gli inquirenti ricostruiscono, in particolare, un episodio del 2022, emblematico dei presunti rapporti che la criminalità avrebbe portato avanti con gli esponenti dell’amministrazione. A preoccupare Carlo Maria Tallarico, ritenuto al vertice della cosca, dei controlli che di lì a poco ci sarebbero stati in un cantiere edile della sua famiglia. La società, secondo gli inquirenti, avrebbe portato avanti un «ingente furto continuato nel tempo di energia idrica» con il «placet» dei vertici dell’amministrazione comunale. Nel dettaglio, il cantiere edile «era totalmente sprovvisto di contatore per la fornitura dell’acqua industriale» e allo stesso tempo «veniva alimentato abusivamente dalla rete idrica». Sarebbe stato il sindaco Seminario, su insistenza di Tallarico e insieme ad altri esponenti dell’amministrazione, a occuparsi della vicenda per cercare di «neutralizzare» i controlli condotti dai Carabinieri e da Congesi.

Il sindaco «preoccupato per le conseguenza sul suo bacino elettorale»

Per gli inquirenti il primo cittadino, venuto a conoscenza dei controlli dei Carabinieri fissati per il 29 aprile, era «evidentemente conscio delle gravi carenze» del cantiere e allo stesso tempo sarebbe stato «preoccupato per le possibili conseguenze sul suo bacino elettorale». Avrebbe così iniziato a chiedere informazioni riguardo il controllo «tutt’altro che preoccupato di scovare gli abusi». Anzi, sottolineano gli inquirenti, sarebbe stato proteso affinché nei controlli «non restassero impigliati soggetti a lui contigui, dei quali tutelare gli illeciti interessi personali». Sia il sindaco che Tallerico avrebbero così impegnato i giorni precedenti al controllo, prefissato il 29 aprile, per cercare una soluzione. «Digli che la prendi dal pozzo» risponde a Tallerico durante un loro incontro, dopo le preoccupazioni esposte da quest’ultimo. Il primo cittadino avrebbe dunque provato a dare consigli al presunto capoclan «invece di tener fede alla propria posizione istituzionale che imponeva di denunciare un così abnorme illecito».

I lavori per nascondere gli allacci abusivi

In vista del controllo, sempre nel corso dell’incontro, Seminario avrebbe consigliato a Tallarico di «eliminare immediatamente gli allacci abusivi». «Se tu già sai che là il ventinove vengono, vedi di interessarti anche tu» è la risposta di Tallarico. Una conversazione che per gli inquirenti dimostrerebbe la «spregiudicatezza» del sindaco che «in spregio dei più basilari doveri morali e giuridici, impiegava i suoi poteri e le sue funzioni, impegnandosi a soddisfare le bramosie economiche». Qualche giorno dopo “Sciubbi”, insieme al figlio Sergio Tallarico avrebbe eseguito «lavori volti a nascondere l’illecito, mediante lo smantellamento della tubazione abusivamente innestata alla condotta idrica». All’esito dei controlli dei Carabinieri non viene infatti riscontrata alcuna irregolarità per quanto riguarda l’uso di acqua della produzione di calcestruzzo e cemento. «Se ne deduce che i consigli del sindaco Francesco Seminario» e di un altro imprenditore «di “tappare” la condotta abusiva ed attivare il prelievo di acqua (altamente salina) dal pozzo, abbiano sortito l’effetto voluto, confondendo i controllori». Anche nei giorni successivi i vertici dell’amministrazione si sarebbero confrontati con Tallarico. «Cioè io mo’ come mi dovrei comportare?» chiede quest’ultimo ai vertici dell’amministrazione. «Dovrei fare un contratto per mettermi a posto? Dove vado?». Come se pagare – sottolineano gli inquirenti – quello che si consuma «fosse una vera e propria anomalia». (Ma.Ru.)

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