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Femminicidio in Puglia, prima le dà fuoco e poi la uccide

La donna prima di morire ha raccontato tutto alla figlia

Pubblicato il: 07/10/2024 – 17:39
Femminicidio in Puglia, prima le dà fuoco e poi la uccide

BARI Avrebbe dato fuoco all’auto su cui si trovava la moglie e poi, quando la donna ricoperta di ustioni è riuscita a uscire dalla vettura in fiamme, l’ha raggiunta e bloccata mettendole le mani alla gola, come ha raccontato la stessa vittima poi deceduta. Fermato dalla polizia un pregiudicato di 65 anni. E’ accusato di omicidio premeditato e aggravato. La donna, che aveva 60, è stata ricoverata in ospedale dove è morta. Il fatto è avvenuto la notte del 6 ottobre scorso in agro di Gravina in Puglia. L’uomo fermato, che ha precedenti per delitti contro il patrimonio e la persona, si chiama Giuseppe Lacarpia, di 65 anni. La vittima, Maria Arcangela Turturo, aveva 60 anni. “Mi voleva uccidere”, “Mi ha messo le mani alla gola”, “mi ha chiuso in auto con le fiamme” sarebbero state le ultime parole della donna prima di morire, svelando così alla figlia e alla polizia che quello che era successo poco prima non era un incidente, ma che era stato il marito, Giuseppe Lacarpia. Questa ricostruzione è confermata anche dalle immagini che una giovane ha girato con il proprio telefonino quando si è fermata per strada perchè ha visto l’auto in fiamme, ha pensato ci fosse stato un incidente stradale e si è fermata per prestare soccorso. Le riprese mostrano la brutale aggressione con l’uomo a cavalcioni della donna, stesa per terra, che infieriva su di lei. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, l’uomo avrebbe simulato un incidente stradale dando fuoco all’utilitaria, una Fiat Panda X su cui viaggiava con la moglie. Maria Turturo, nonostante le ustioni, sarebbe riuscita a uscire dall’abitacolo e a provare a scappare. Ha solo fatto qualche passo quando il 65enne l’avrebbe aggredita brutalmente.
La donna che ha registrato il video era in auto col fidanzato: sono usciti pensando ad incidente ma si sono trovati davanti ad un’aggressione. L’uomo ha appiccato il fuoco alla propria autovettura dentro la quale c’era la moglie che è però riuscita a fuggire dall’automobile con ustioni parziali sul corpo. A quel punto l’uomo l’ha aggredita immobilizzandola in posizione supina sull’asfalto, schiacciandola con il peso del proprio corpo e le braccia, e premendole un ginocchio sull’addome. E ha così provocato fratture allo sterno e alle costole determinando la compressione del cuore e la successiva morte che è avvenuta in ospedale. Il 65enne era stato in carcere, quasi 15 anni fa, con l’accusa di avere tentato di uccidere il figlio intervenuto per sedare una lite tra i genitori. In quella occasione, il padre lo avrebbe ferito con un coltello ed era finito in carcere. L’uomo soffrirebbe di problemi neurologici per i quali è stato anche ricoverato per qualche tempo. (ANSA)

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