REGGIO CALABRIA È iniziato davanti al gup distrettuale di Reggio Calabria i 40 imputati del processo nato dall’inchiesta coordinata dalla Procura reggina che aveva acceso i riflettori sui presunti concorsi pilotati nell’ateneo reggino e che, nel 2022, aveva coinvolto alcune delle figure apicali dell’Università di Reggio Calabria.
L’inchiesta portata avanti dalla Guardia di Finanza, infatti, avrebbe fatto luce sui presunti concorsi pilotati per l’assegnazione di cattedre all’università di Reggio Calabria a professori a sfavore di altri candidati con maggiori titoli e l’utilizzo delle carte di credito dell’Ateneo per sostenere spese «per fini personali e non istituzionali», fino all’aprile del 2022.
Il reato principale è quello di associazione per delinquere e grava su dieci indagati: l’ex rettore Santo Marcello Zimbone e l’ex pro-rettore vicario Pasquale Catanoso, il direttore generale (fino al 4 maggio 2021) Ottavio Amaro. E poi ci sono Gianfranco Neri, Adolfo Santini, Massimiliano Ferrara, accusati di aver sostenuto e attuato l’illecita gestione da parte dei due rettori e poi il docente Antonino Mazza Laboccetta, il Responsabile unico del procedimento Giovanni Saladino, i responsabili dell’ufficio tecnico di ateneo Alessandro Taverriti e Rosario Russo.
Al termine dell’udienza, il gup si è riservato di sciogliere – il prossimo 14 ottobre – le riserve sulle richieste di costituzione di parte civile, tra cui proprio l’Università Mediterranea. Il pm ha, invece, sollevato una questione di legittimità costituzionale sulla correttezza dell’abrogazione dell’abuso d’ufficio.
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x