COSENZA Mezz’ora di attesa inutile, fumata nera sull’ospedale di Castrovillari. «Un comportamento ignobile da parte dell’Asp di Cosenza» attacca Ferdinando Laghi al megafono, quando è da poco passato mezzogiorno. Ad ascoltare il consigliere regionale, davanti alla sede dell’Azienda sanitaria provinciale in via Alimena, oltre cento manifestanti, molti arrivati in due pullman: la strada è stata chiusa al traffico per un paio d’ore e presidiata dalle forze dell’ordine.
«I direttori sanitario e generale dell’Asp – dice Laghi – non si sono fatti trovare e ci hanno mandato il direttore amministrativo, ma noi ci siamo rifiutati di parlare con lui, abbiamo consegnato il documento che deve essere inserito nell’atto aziendale in redazione in queste settimane: vogliamo parlare con chi lo firma, cioè il direttore sanitario, e la settimana prossima torneremo». La delegazione guidata da Laghi era entrata alle 11.30, composta anche dai rappresentanti delle associazioni che hanno promosso il sit in: Avis, Associazione volontari ospedalieri, Associazione famiglie disabili, Amci (Associazione medici cattolici italiani), Associazione amici del cuore e Associazione Solidarietà e Partecipazione, le stesse che siglano il documento di 5 pagine consegnate ai vertici Asp «perché lo leggano prima che noi ritorniamo qui».
«La nostra visita di oggi – spiega Laghi – era annunciata da oltre un mese, abbiamo mandato dieci Pec rimaste inevase».
«Stanno scippando il diritto alla salute – queste le ragioni dei manifestanti –. Le risorse sono poche ma le mettono dappertutto tranne che a Castrovillari: serve più equità nella collocazione delle risorse, non si possono privilegiare alcuni territori danneggiandone altri, è un’ingiustizia».
Laghi parla di «accanimento e ostilità verso le popolazioni del centro nord della provincia di Cosenza, un accanimento che colpisce le fasce più deboli.
Stanno uccidendo l’ospedale di Castrovillari, sempre più depotenziato, declassato, discriminato e penalizzato: siamo gli ultimi tra gli ultimi».
Otorino, neurologia, gastroenterologia, emodialisi, ortopedia le criticità; e poi la carenza di infermieri e i trasferimenti senza sostituzioni, per non parlare dei primari: 15 per come previsto dall”Asp «ma ce ne sono 3 – spiega una volontaria al megafono –, due stanno per andare in pensione mentre i concorsi si fanno solo a Corigliano-Rossano e Cetraro, lì 8 primari in due anni mentre a Castrovillari zero». «Altro che grande ospedale della Sibaritide: noi lì ci arriviamo in un’ora» urlano i manifestanti.
«Si dice di “partire dall’esistente per incrementarlo” ma il taglio di posti letto e personale dimostrano il contrario. A Castrovillari i reparti sono in ginocchio, vengono lesinati persino i reattivi e le strumentazioni, mentre il Cup dirotta in pazienti altrove. L’Asp si vanta della cardiologia ed emodinamica, l’unica pubblica della regione, ma perché è ridotta da H24 a H6?», si chiede Laghi. «Qui oggi ci sono cittadini esasperati, cui viene negato il diritto alla salute. Mancano i rappresentanti istituzionali ma c’è il popolo». (e.furia@corrierecal.it)
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