ROMA «La chiamano la strage silenziosa eppure i dati delle morti sul lavoro in Italia gridano ogni anno sempre più giustizia: il monitoraggio dal 2021 al 2024 rivela infatti un aumento dell’incidenza di questo tipo di tragedie. Dalla strage degli operai travolti dal treno a Brandizzo alla esplosione della centrale di Bargi, toccando anche il crollo dell’ipermercato di Firenze e la tragedia di Casteldaccia, gli ultimi 12 mesi possono essere ricordati tra i peggiori che la storia del lavoro italiano potrà ricordare. E se domenica 13 ottobre si è svolta la Giornata Nazionale dedicata alle vittime degli incidenti sul lavoro eppure, appena 24 ore fa è arrivata la notizia di due diversi drammi avvenuti a poca distanza di tempo l’uno dall’altro. A perdere la vita è stato un giovane vicentino di 19 anni, travolto da un bancale di finestre mentre è rimasto gravemente ferito un suo coetaneo, precipitato da un ponteggio, da un’altezza di 6 metri all’interno del termovalorizzatore di A2A a Brescia. All’arrivo dei soccorsi, il 19enne non riusciva a muovere gambe e braccia». È quanto evidenzia la Cisal (Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori) in una nota stampa.
«Secondo gli ultimi dati forniti dall’Inail – prosegue la Cisal – le donne risultano meno colpite – sebbene mostrino un’incidenza più alta negli infortuni in itinere – rispetto agli uomini, ma i lavoratori stranieri sono quelli che soffrono di una incidenza crescente. I giovani tra i 15 e i 24 anni sono particolarmente vulnerabili, con un’incidenza che aumenta da 11,9 nel 2021 a 13,6 nel 2024. Anche gli ultrasessantacinquenni mostrano un dato allarmante, con un’incidenza che sale da 61,0 a 65,8. I settori più colpiti sono le Costruzioni, le Attività Manifatturiere, i Trasporti e il Commercio, con un aumento significativo delle vittime nel settore delle Costruzioni nell’ultimo semestre. L’Osservatorio Vega Engineering di Mestre ha elaborato un confronto tra i primi semestri degli ultimi quattro anni, rivelando dati preoccupanti. A livello nazionale, l’incidenza è passata da 14,7 morti per milione di occupati nel 2023 a 15,4 nel 2024. Questo aumento segue un decremento significativo dal 2021 al 2022, quando l’incidenza era scesa da 19,7 a 14,8, complice la risoluzione dell’emergenza Covid. Le denunce di infortunio presentate all’Inail nei primi sette mesi del 2024 sono state 350.823, in aumento dell’1,7% rispetto alle 344.897 dello stesso periodo del 2023, del 12,2% rispetto a gennaio-luglio 2021 e del 21,4% rispetto a gennaio-luglio 2020, e in diminuzione del 20,5% sul 2022 e del 7,4% sul 2019, anno che precede la crisi pandemica. Tenendo conto dei dati sul mercato del lavoro rilevati mensilmente dall’Istat nei vari anni, con ultimo aggiornamento luglio 2024, e rapportando il numero degli infortuni denunciati a quello degli occupati (dati provvisori), si evidenzia una incidenza infortunistica che passa da 1.635 denunce di infortunio ogni 100mila occupati Istat del 2019 a 1.461 del 2024, con un calo del 10,6%. Rispetto al 2023 la riduzione è dello 0,4% (da 1.467 a 1.461). A livello nazionale i dati rilevati a luglio di ciascun anno evidenziano, per i primi sette mesi del 2024 rispetto all’analogo periodo del 2023, un aumento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 292.849 del 2023 ai 295.159 del 2024 (+0,8%, che risente dell’aumento delle denunce degli under 15 dovuto anche all’estensione della tutela Inail nelle scuole da settembre 2023), e di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, da 52.048 a 55.664 (+6,9%). A luglio di quest’anno il numero delle denunce di infortuni sul lavoro ha segnato un +0,6% nella gestione industria e servizi (dai 271.618 casi del 2023 ai 273.265 del 2024), un +0,3% in agricoltura (da 14.875 a 14.922) e un +7,2% nel conto Stato (da 58.404 a 62.636). Tra i settori con i maggiori incrementi percentuali dei casi avvenuti in occasione di lavoro si evidenziano l’istruzione (+49,9%), la sanità e assistenza sociale (+26,1%), la fornitura di acqua-reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento (+22,1%), la riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature (+21,8%), il noleggio e servizi di supporto alle imprese (+18,9%), le attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+16,1%) e le costruzioni (+15,1%)».
«L’analisi territoriale – sottolinea ancora la Cisal –evidenzia un aumento delle denunce nelle Isole (+3,9%), seguite da Centro (+2,3%), Nord-Ovest (+1,7%), Nord-Est (+1,5%) e Sud (+0,3%). Tra le regioni con i maggiori incrementi percentuali si segnalano le province autonome di Trento (+17,5%) e Bolzano (+5,3%), la Sicilia (+4,8%), l’Umbria (+4,7%) e la Calabria (+4,6%), mentre i decrementi sono limitati all’Abruzzo (-3,5%), alla Basilicata (-3,0%), alla Campania (-1,6%) e alla Liguria (-1,3%). L’aumento delle denunce di infortunio che emerge dal confronto dei primi sette mesi del 2023 e del 2024 è legato sia alla componente maschile, che registra un +1,3% (da 223.802 a 226.652 casi denunciati), che a quella femminile, con un +2,5% (da 121.095 a 124.171). L’incremento ha interessato i lavoratori italiani (+1,0%) ed extracomunitari (+6,3%), mentre il dato dei comunitari è in calo (-3,1%). L’analisi per classi di età mostra aumenti tra gli under 15 (+21%), soprattutto per l’incremento degli infortuni tra gli studenti (effetto dell’estensione assicurativa Inail disposta dal decreto legge lavoro n. 48/2023), nella fascia 20-34 anni (+1,8%) e in quella 60-74 anni (+7,0%). Si registra, per contro, un calo tra i 15-19enni (-2,3%), tra i 35-59enni (-2,0%) e tra gli over 74 (-3,2%).
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