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La proposta di Lucantonio: «Rivedere le circoscrizioni e semplificare le procedure»

Il procuratore generale di Catanzaro: «Se non si sentono i magistrati non si può parlare di riforma. Non condivido la separazione delle carriere»

Pubblicato il: 28/11/2024 – 7:51
La proposta di Lucantonio: «Rivedere le circoscrizioni e semplificare le procedure»

CATANZARO «Non condivido la separazione delle carriere perché un pm separato dal giudice è un pm meno libero e quindi garantisce meno i diritti della giurisdizione». Lo ha detto il procuratore generale di Catanzaro, Giuseppe Lucantonio, intercettato da alcuni giornalisti a margine di un incontro all’Università di Catanzaro sul tema della riforma della giustizia, incontro al quale hanno partecipato anche i vertici dell’Anm. Al centro dell’attenzione le polemiche di questi giorni con il governo: «Io penso – ha spiegato Lucantonio – che non è che c’è uno scontro, il governo fa le sue scelte politiche che vanno rispettate a condizione che vengano sentite le parti interessate. Se si fa una riforma senza neanche sentire l’associazione dei magistrati non è una riforma. Noi siamo servitori dello Stato, siamo pagati per applicare le leggi. Se non ci piacciono, il diritto di manifestare il fatto che qualche legge forse non è tecnicamente la migliore soluzione è una prerogativa che ci è rimasta».

«Rivedere le circoscrizioni»

Per Lucantonio «ogni governo cerca di fare la riforma della giustizia, ma poi fanno dei mini correttivi o delle cose laterali. La prima cosa che andrebbe fatta è la revisione delle circoscrizioni giudiziarie: non possono esistere dei tribunali con 8 giudici e 5 pubblici ministeri, a maggior ragione con il danno che ha portato la riforma Cartabia, a causa della quale gli organici sono manifestamente insufficienti. I tribunali piccoli non possono funzionare. Quindi – ha sostenuto il pg di Catanzaro – andrebbe fatta una riforma che parta dalla revisione delle circoscrizioni giudiziarie e semplifichi le procedure inutili invece di complicarle come invece le ultime riforme hanno fatto».

La necessità della semplificazione

Da Lucantonio anche la proposta: «Io l’attrito della magistratura con la politica non lo vedo, vedo una serie di attacchi quando c’è un provvedimento giurisdizionale che può non piacere, può essere sgradito – anche io da magistrato posso non condividerlo – però è un provvedimento che viene impugnato nelle sedi competenti. Da pubblico ministero tante volte io non sono d’accordo col giudice, però un giudice ha ragione fino a quando un altro giudice non gli dà torto il torto: faccio appello, faccio gravame, faccio quello che devo fare e vedo. Alla fine – ha sottolineato il procuratore generale di Catanzaro – io sono pagato per fare il mio lavoro, non per raggiungere un risultato: devo fare bene il mio lavoro rispettando le legge e garantendo i cittadini. Mi auguro che il governo capisca che probabilmente semplificando le cose si possono dare maggiori garanzie ai cittadini».

L’eliminazione dell’abuso d’ufficio

Infine, il punto su alcune novità legislative: «Veramente – ha precisato Lucantonio – mi risulta che l’unica cosa che è stata eliminata è l’abuso d’ufficio, siamo gli unici in Europa a non averlo, mentre invece sono state create tante nuove figure di reato con un “panpenalismo” ciclopico. Sono 50 anni che si risolvono i problemi mettendo le cose sotto la tutela penale. La tutela penale non è la soluzione, perché viene quando il reato è già stato fatto. Dovrebbe farsi la prevenzione, è una cosa che forse qualcuno si è dimenticato. Questa è una cosa che è nata nel 1955 e pare che prosegua ancora adesso in vista del 2025». (a. cant.)

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