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Omicidio di Lorena Quaranta, nessuno “stress da Covid”: ergastolo confermato per Antonio De Pace

L’uomo, di origini calabresi, ha ucciso l’ex fidanzata nel Messinese il 31 marzo del 2020

Pubblicato il: 28/11/2024 – 13:24
Omicidio di Lorena Quaranta, nessuno “stress da Covid”: ergastolo confermato per Antonio De Pace

MESSINA Confermata la condanna all’ergastolo nel processo d’appello bis per il femminicidio di Lorena Quaranta, la studentessa in Medicina, originaria di Favara, in provincia di Agrigento, uccisa a Furci Siculo, nel Messinese, il 31 marzo del 2020 in piena pandemia. La Corte d’appello di Reggio Calabria ha confermato l’ergastolo per l’infermiere calabrese Antonio De Pace, fidanzato di Lorena, accusato del femminicidio. La scorsa udienza il sostituto pg aveva chiesto la condanna a 24 anni con il riconoscimento dell’equivalenza delle attenuanti alle aggravanti. La conferma dell’ergastolo era stata chiesta invece dagli avvocati di parte civile Giuseppe Barba di Agrigento e dalle avvocate Cettina Miasi e Cettina La Torre del Foro di Messina. La difesa del giovane è stata rappresentata dagli avvocati Salvatore Staiano di Catanzaro, Bruno Ganino di Vibo Valentia. Il processo si è svolto davanti ai giudici di Reggio Calabria a seguito della decisione della Corte di Cassazione che aveva annullato con rinvio, limitatamente all’applicabilità delle attenuanti generiche, la condanna all’ergastolo inflitta al giovane a Messina. Secondo la Corte di Cassazione, la corte d’assise d’appello di Messina, non aveva verificato se «la contingente difficoltà di porre rimedio» allo stato d’angoscia dell’imputato a causa del Covid, «costituisca un fattore incidente sulla misura della responsabilità penale».

Il padre della ragazza: «Giustizia è fatta»

«Giustizia è fatta. Abbiamo passato momenti brutti. Questa sentenza non è solo per mia figlia Lorena, ma per tutte le donne finite nelle mani di persone brutali». E’ commosso quando risponde alla Dire, appena terminata l’udienza di oggi in Corte d’Appello, il signor Enzo Quaranta, papà di Lorena uccisa dal fidanzato e convivente Antonio De Pace a Furci Siculo (Messina). La Cassazione aveva chiesto l’annullamento dell’ergastolo perché i giudici di merito non avrebbero considerato, secondo la Corte, lo stress da covid. Oggi al termine dell’udienza la Corte di Appello di Reggio Calabria ha invece confermato l’ergastolo. Una condanna che arriva nella settimana dell’ergastolo di primo grado per Impagnatiello, per aver ucciso la fidanzata Giulia Tramontano incinta al settimo mese, e alla richiesta di ergastolo per Turetta, assassino di Giulia Cecchettin. Anche Lorena, studentessa di medicina, proprio come Giulia, la laurea, il sogno coltivato fin da bambina di diventare medico, l’ha conseguita dopo esser stata brutalmente assassinata. Momenti brutti quelli passati dalla famiglia di Lorena quando la Cassazione aveva chiesto di rivalutare la condanna alla luce dello stress vissuto nel periodo pandemico. «Un infermiere specializzato, un omone di due metri, andava in moto, allora io con quello che abbiamo vissuto dovrei fare una strage?»“, domanda. E ancora: «Se un ubriaco uccide perché ubriaco, se un licenziato uccide perché licenziato, allora se la pensiamo così dove finiamo?». «Grazie ai miei avvocati, ai giornalisti- dice ancora il papà di Lorena, che purtroppo non c’è più, ma giustizia è fatta».

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