LOCRI Un docente del liceo scientifico “Zaleuco” di Locri, nel Reggino, è stato aggredito dal padre di un alunno. Il genitore, all’indomani di un colloquio scuola-famiglia a cui, il giorno prima, aveva partecipato la madre, si è recato nell’istituto colpendo l’insegnante con dei pugni. Il professore, che non ha riportato ferite importanti, ha deciso ugualmente di ricorrere alle cure sanitarie, ricevendo una prognosi di sette giorni. I carabinieri, che indagano sull’episodio, hanno identificato l’aggressore e lo hanno segnalato alla Procura di Locri per il reato di lesioni.
«Ho fatto il colloquio con madre e figlia, nel corso del quale ho evidenziato le carenze dell’alunna, sia in termini di attenzione che di rendimento. La madre è rimasta impassibile, mentre la ragazza ha iniziato una ‘difesa d’ufficio’ ed io le ho invitate molto educatamente ad accomodarsi fuori per dare spazio anche agli altri genitori che erano in fila per parlare con me. Il giorno seguente, il padre della studentessa si è presentato a scuola, insieme alla moglie e alla figlia, mentendo al personale della scuola e dichiarando di avere appuntamento con me. Io ho acconsentito a riceverli ugualmente, ma il genitore ha mostrato da subito un atteggiamento aggressivo nei miei confronti. Ad un tratto, mi ha trascinato in un angolo che credeva più appartato e ha iniziato a darmi dei ceffoni perché, secondo lui, il giorno prima mi sarei ‘permesso di liquidare la moglie frettolosamente’. Per fortuna c’erano dei testimoni ed io ho detto ai collaboratori di chiamare i carabinieri». È il racconto all’Adnkronos di Claudio Romeo, il professore di Scienze del liceo scientifico ‘Zeleuco’ di Locri, rimasto vittima, ieri, di una violenta aggressione da parte del padre di un’alunna. Romeo continua spiegando che, all’arrivo dei carabinieri, intervenuti tempestivamente e ai quali ha denunciato l’accaduto, l’uomo avrebbe negato tutto. «Ci sono stati dei precedenti da parte di questo signore nei confronti di un altro docente, ma mai degenerati fino a questo punto. Ritengo – ribadisce il professore – di aver fatto semplicemente il mio dovere e di aver anche aiutato la ragazza, tendendole una mano più volte. Mi sento scosso, ma non scoraggiato. Ho già ricevuto decine di mail di solidarietà e desidero tornare al più presto a scuola», conclude il docente.
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