ROMA La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio per la posizione di Cristian Giordano, 35enne cosentino, finito al centro dell’inchiesta “Recovery” coordinata dalla Dda di Catanzaro. L’indagato, difeso dall’avvocato Gianpiero Calabrese, è accusato di essere uno dei sodali legati al presunto gruppo criminale cosentino riferibile alle famiglie Presta-Caputo. Giordano sarebbe stato «arruolato» dai vertici del clan come pusher a servizio del sodalizio e quindi impegnato nello spaccio di stupefacenti. La tesi difensiva dell’avvocato Calabrese ha convinto gli Ermellini a decidere per l’annullamento dell’ordinanza emessa nei confronti del suo assistito. Anche il procuratore generale in Cassazione aveva chiesto l’accoglimento dei motivi del ricorso. (f.b.)
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