VIBO VALENTIA La Corte di Cassazione ha chiuso definitivamente la vicenda giudiziaria e cautelare che ha visto coinvolto Luca Ciconte nel procedimento nato dall’operazione “Nemea”.
Il 7 dicembre dello scorso anno, infatti, i giudici della Corte d’Appello, accogliendo l’istanza difensiva degli avvocati Giuseppe Di Renzo e Daniela Garisto, entrambi del Foro di Vibo Valentia, aveva dichiarato la perdita di efficacia della misura cautelare del carcere applicata all’indagato, accusato dei reati di detenzione di armi, stupefacenti ed estorsione, per l’intervenuta decorrenza dei termini. La Procura Generale presso la Corte d’Appello di Catanzaro, avverso tale ordinanza, aveva prima avanzato appello – rigettato dal Tribunale del Riesame di Catanzaro – poi ricorso per Cassazione. Secondo la PG, infatti, il ricorso si fondava sulla «mancata scadenza del termine di durata della custodia di fase, estendibili anche agli imputati liberi gli effetti della sospensione dei termini di custodia cautelare prevista».
I giudici della VI Sezione Penale, però, hanno rigettato il ricorso della Procura Generale, mutando l’indirizzo giurisprudenziale ed accogliendo le tesi difensive e Ciconte, dunque, rimane in libertà. (Gi.Cu.)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x