Damasco in mano ai ribelli, Cremlino: «Assad a Mosca con la famiglia»

ROMA Il governo della Siria di Bashar al Assad è caduto dopo che le fazioni armate di opposizione, guidate dal movimento siriano jihadista-salafita Hayat Tahrir al Sham (Hts), hanno preso il controllo la notte scorsa della capitale Damasco. Dopo diverse ore di incertezza sulla posizione di Assad a seguito della presa di Damasco, una fonte del Cremlino ha detto all’agenzia di stampa “Ria Novosti” che l’ormai ex presidente siriano e i membri della sua famiglia sono arrivati a Mosca e che la Russia ha concesso loro asilo sulla base di considerazioni umanitarie. Nel frattempo, il leader di Hts (classificata come gruppo terroristico dall’Onu e dell’Ue), Abu Muhammad al Jolani, ha raggiunto nella capitale siriana i gruppi armati della coalizione da lui guidata. In una dichiarazione trasmessa dalla televisione di Stato siriana, controllata ormai anch’essa dai jihadisti, Al Jolani (nato Ahmed al Sharaa), un tempo capo della branca siriana di Al Qaeda, ha affermato oggi che il gruppo è determinato a continuare il percorso iniziato nel 2011. «Il futuro è nostro», ha dichiarato il leader di Hts. E’ interessante notare il fatto che, negli ultimi giorni, Al Jolani, 42 anni, ha preso una decisione strategica usando il suo vero nome Al Sharaa nelle dichiarazioni. L’obiettivo di questa decisione sarebbe, secondo alcuni analisti, quello di ripulire ulteriormente la sua immagine dalla precedente appartenenza ad Al Qaeda. Il deposto leader siriano Bashar al-Assad deve essere «ritenuto responsabile». Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Alla domanda dei giornalisti alla Casa Bianca su cosa dovrebbe accadere al presidente deposto fuggito a Mosca, Biden ha affermato che «Assad dovrebbe essere ritenuto responsabile». Intanto è caccia da parte dei ribelli agli uomini del regime, anche nell’ambasciata italiana. Queste le parole del ministro degli Esteri Tajani: «Non toccati ambasciatore e personale nella sede diplomatica».

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