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l’inchiesta

“Malarintha”, raffica di assoluzioni. Assolto anche l’ex sindaco di Rende Marcello Manna – I NOMI

La decisione del gup Letizia Benigno sugli imputati che avevano scelto il rito abbreviato. Quindici i rinvii a giudizio

Pubblicato il: 09/12/2024 – 15:25
di Fabio Benincasa
“Malarintha”, raffica di assoluzioni. Assolto anche l’ex sindaco di Rende Marcello Manna – I NOMI

COSENZA Si è tenuta questa mattina, davanti al giudice per l’udienza preliminare Letizia Benigno, l’ultimo atto relativo al processo celebrato con rito abbreviato e riferito all’inchiesta “Malarintha” che ruota attorno a presunte irregolarità negli appalti e negli affidamenti diretti operati dal Comune di Rende prima dello scioglimento per infiltrazioni mafiose. L’indagine della Procura della Repubblica di Cosenza ha coinvolto circa 80 persone, tra cui amministratori, professionisti e imprenditori. Complessivamente, sono stati contestati 68 capi di imputazione legati a vari lavori pubblici finiti sotto la lente della magistratura.

La decisione del Gup

L’ex sindaco di Rende Marcello Manna è stato assolto. Assolti anche Maria Pia Annunziata Cristaudo, Maria Brunella Patitucci «perché il fatto non sussiste», Sandro Campesi e Maria Vittoria Campesi «perché il fatto non costituisce reato». Alessandro Sturino è stato ritenuto colpevole e condannato alla pena di 1 e 10 mesi.
Il gup inoltre ha dichiarato il non doversi procedere nei confronti di Massimino Aceto (per i capi 4 e 42), Angelò Alò, Rita Arena (difesa dall’avvocato Franco Locco), Pietro Arì, Anna Maria Artese, Danilo Borrelli, Franco Borrelli, Giuseppe Cavallo, Antonio Castiglione, Vincenzo Costantino, Cesare Florio (per il capo 4), Francesco Garritano, Francesco Greco (difeso dall’avvocato Francesco Chiaia), Giovanni Mazzuca, Francesco Minutolo, Mariano Mirabelli, Michele Mirabelli, Rosaria Carmela Morrone, Aurelio Perugini, Giuseppe Rende, Luigi Rovella, Andrea Sorrentino, Roberta Vercillo, Lavinia Volpentesta, Tecnoimpianti Cre Srl, Mirabelli Mariano (per il capo 32 bis) «per assenza di ragionevole previsione di condanna».

I rinvii a giudizio

Il Gup Benigno, infine, ha disposto il rinvio a giudizio per Massimino Aceto, Roberto Beltrano, Emilio Bruni, Gianluca Bruni, Pietro De Rose, Cesare Florio, Bruno Marucci, Francesco Minutolo, Mariano Mirabelli, Angelo Ruffolo, Pietro Salituro, Aceto Group S. Srl, Co.Imm Sas, Mariano Mirabelli Srl, Michele Mirabelli.
Un sostanziale stralcio ha riguardato la posizione dell’ingegnere Minutolo, responsabile del settore lavori pubblici del Comune di Rende, difeso dagli avvocati Marco Facciolla e Francesco Muscatello che, sulla scorta della richiesta della Procura sarebbe dovuto andare a giudizio per 15 capi d’imputazione e per il quale il gup ha invece dichiarato non doversi procedere per 14 delle ipotesi accusatorie.
Il dirigente era imputato, tra gli altri, per tutti gli ormai noti lavori ed affidamenti tra cui la ristrutturazione del Palazzetto dello Sport, del quartiere di Viale dei Giardini e di riqualificazione del Fiume Surdo.

La richiesta del pm

Il pubblico, al termine della discussione, aveva avanzato le richieste di pena per coloro che hanno optato per il rito alternativo. Tra questi anche l’ex sindaco di Rende, Marcello Manna (difeso dagli avvocati Nicola Carratelli e Gian Domenico Caiazza) per il quale l’accusa ha chiesto la condanna ad 8 mesi. Gli altri imputati che hanno scelto l’abbreviato sono: Maria Vittoria Campesi e Sandro Campesi entrambi difesi dall’avvocato Ornella Nucci e Davide Garritano per i quali è stata chiesta l’assoluzioneAnnunziata Maria Rita Cristaudo (6 mesi), Alessandro Sturino (2 anni e 8 mesi), Maria Brunella Patitucci (4 mesi).

Le archiviazioni

Il pubblico ministero Giuseppe Visconti aveva avanzato richieste di archiviazione per molti capi d’accusa, sia in maniera totale sia parziale, e queste sono state accolte dal gip. Per l’ex sindaco Marcello Manna, ad esempio, dei 24 capi inizialmente contestati, 23 sono stati archiviati. Restava in piedi unicamente l’accusa legata al bando per il centro diurno “Madre Teresa di Calcutta” e per il quale oggi è sopraggiunta l’assoluzione.

Le ripercussioni

La vicenda, che aveva portato allo scioglimento del Comune di Rende per mafia, è stata ridimensionata. Lo scioglimento sopraggiunto e la decisione odierna segna il percorso verso le prossime elezioni comunali di Rende, anche alla luce del risultato negativo del referendum in relazione alla possibilità di fusione dei comuni. A giugno 2025, salvo clamorose decisioni, i cittadini rendesi torneranno al voto. Al momento, il comune è guidato da una terna commissariale, dopo la decisione del ministero di prolungare lo scioglimento. (f.b.)

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