Riciclaggio e narcotraffico via web, Iezzi: «Criminalità organizzata in costante evoluzione, ma la sfida si può vincere»
L’esperto in cybersecurity e autore, insieme a Ranieri Razzante, di “Algoritmo criminale”: «Per i clan un nuovo dominio su cui poter presidiare»

ROMA Una criminalità organizzata in grado di evolversi costantemente, riuscendo a intercettare sempre nuovi canali attraverso i quali espandere le proprie attività illecite: gli strumenti digitali vengono utilizzati dalle mafie tradizionali e dai nuovi gruppi criminali internazionali per mettere in atto sofisticate truffe, frodi e riciclaggio di denaro. Ma non solo. Le operazioni antimafia hanno dimostrato, ad esempio, come il settore del narcotraffico abbia trovato uno spazio consistente online. E sempre gli spazi virtuali rappresentano canali di comunicazioni tra esponenti dei clan, difficili – ma non impossibili – da intercettare: si pensi all’inchiesta “Eureka” della Dda di Reggio Calabria che ha fatto luce su un’organizzazione transnazionale dedita al narcotraffico in tutto il mondo, i cui componenti comunicavano tramite criptofonini.
Tra le organizzazioni più attive in questi ambiti ci sono la ’ndrangheta e la mafia nigeriana che hanno dimostrato di essere in grado di utilizzare strumenti come criptovalute e ransomware. «Le ultime operazioni della polizia dimostrano che abbiamo le capacità e la competenza per combattere questo fenomeno, abbiamo tutti gli strumenti a disposizione, l’importante è che questa attività venga costantemente alimentata e supportata proprio perché si tratta di un mondo che continua a evolvere e quindi anche le tecniche andranno ad evolvere nello stesso modo», spiega ai microfoni del Corriere della Calabria Pierguido Iezzi, esperto in cybersecurity e autore insieme a Ranieri Razzante di “Algoritmo criminale. Come mafia, Cyber e Ai riscrivono le regole del gioco” presentato a Roma nel corso del Convegno “Algoritmi criminali: ia, mafie, web” a Palazzo San Macuto. Il volume – edito dal Sole 24 Ore – contiene la prefazione di Ivano Gabrielli e la postfazione di Antonio Nicaso.
«Il mondo informatico per la criminalità organizzata un nuovo dominio su cui poter presidiare»
«Il mondo informatico si è evoluto lasciando spazio ai criminali informatici, fino ad arrivare alla criminalità organizzata che ha trovato un nuovo spazio, un nuovo dominio su cui poter presidiare», afferma Iezzi, che aggiunge: «È un mondo che apre alle possibilità di frodi informatiche, da un lato, attività ricattatoria attraverso quelli che sono i virus che si chiamano ransomware che vanno a crittografare direttamente i dati delle infrastrutture tecnologiche per chiedere direttamente un riscatto, fino ad arrivare a vere e propri strumenti e sistemi per poter fare il riciclaggio del denaro. È un mondo che rappresenta un’opportunità per la criminalità organizzata perché non c’è un confine di riferimento. Inoltre, le pene, fino a prima dell’ultima legge sulla cybersecurity, erano estremamente più leggere rispetto a quelle contro la criminalità organizzata tradizionale».

I clan alla ricerca di nuove opportunità
I clan si dimostrano in quest’ottica sempre un passo avanti. «La criminalità organizzata – spiega lo specialista – è costretta a cercare delle nuove opportunità. Questo conferma la validità e la capacità delle forze di polizia nostrane: la necessità di cercare nuove forme significa che le vecchie non sono più efficaci perché vengono contrastate. Il mondo della tecnologia e dell’innovazione in generale oggi rappresenta un’opportunità e di conseguenza le organizzazioni criminali si avventurano in questo nuovo mondo ed è molto più semplice che i criminali tradizionali cerchino nuove soluzioni tecniche per poter avere un maggiore beneficio. Spesso la maggiore complessità a identificare direttamente gli autori degli attacchi informatici o delle frodi informatiche danno una maggiore opportunità a questo genere di criminali».
Una sfida complessa
La sfida è complessa, ma è possibile vincerla, assicura Iezzi: «Le ultime operazioni di polizia dimostrano le capacità e le competenze, abbiamo tutti gli strumenti a disposizione, l’importante è che questa attività venga costantemente alimentata e supportata proprio perché questo è un mondo che continua ad evolvere e quindi anche le tecniche andranno ad evolvere nello stesso modo». «Le forze di polizia hanno di fronte una sfida che stanno fondamentalmente vincendo grazie alle competenze, grazie alla tecnologia, ma soprattutto mettendo a frutto l’esperienza passata nel contrasto alla criminalità organizzata tradizionale e i rapporti consolidati nel corso del tempo direttamente con gli altri paesi nostri vicini».
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato