MILANO La stazione di Lampugnano, zona ovest di Milano, sarebbe stata l’hub di un presunto traffico illecito di migranti e alcuni autisti di bus delle tratte internazionali sarebbero stati corrotti da una «rete» di favoreggiatori per trasportare gli immigrati irregolari senza controlli e «senza creare problemi» oltre il confine “italo-francese” e «italo-svizzero». E’ il centro di un’inchiesta della Procura di Milano, della Polizia e della Polizia Locale, che ha portato ad una ordinanza di misura cautelare eseguita a carico di 7 persone «responsabili, a vario titolo, di aver organizzato una rete operante nell’ambito di un traffico illecito di migranti» dal 2022 in avanti. Rete che, come spiega il procuratore Viola in una nota, sarebbe stata attiva «nelle province di Milano, Brescia, Bergamo, Varese, Monza e Brianza, Novara, Teramo, Aosta e Torino». Dall’inchiesta è emerso che alcuni «stranieri», i cosiddetti «favoreggiatori» che operavano «nell’area dell’hub di Lampugnano», avrebbero avvicinato «gli stranieri irregolari” che arrivavano «alla stazione già con l’intenzione di spostarsi in altri Paesi dell’area Schengen, pur non avendone titolo». E si adoperavano «per agevolarli nel loro tentativo, dietro pagamento di somme di denaro di norma contenute tra i 100 e i 250 euro a persona». Alcuni autisti, che si rifiutavano di effettuare i trasporti sarebbero stati, invece, minacciati. Le misure cautelari hanno riguardato i favoreggiatori del traffico, non gli autisti.
Nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere viene contestato il reato di favoreggiamento dell’immigrazione illegale pluriaggravato e l’inchiesta è nata da accertamenti della Polizia locale di Milano e degli Uffici della Polizia di frontiera per i settori di Bardonecchia e Aosta. Il centro del presunto traffico di migranti sarebbe stata la stazione dei bus di Lampugnano, «uno dei principali scali per tutti gli autobus in partenza o arrivo a Milano, su tratte nazionali e internazionali». E una «meta per molti stranieri che sono entrati in Italia irregolarmente, seguendo una delle varie rotte migratorie», come quella «con partenze dalla Libia e dalla Tunisia e approdo in Sicilia» o l’altra «con partenza dalla Turchia e approdo in Calabria». Migranti che cercano di «spostarsi verso altri Paesi» europei «approfittando del regime di libera circolazione nello spazio Schengen». E’ chiaro, spiega la Procura, «che gli stranieri che giungono illegalmente in Italia non dispongono di un visto per l’ingresso né di un titolo di permanenza regolare». Sono stati «i controlli e le riammissioni di stranieri irregolari effettuate ai confini italo-francese e italo-svizzero ad aver fatto emergere il fenomeno criminale». Gli arrestati nell’inchiesta dei pm Rosario Ferracane e Daniela Bartolucci su ordinanza del gip Fabrizio Filice, spiega ancora Viola, avrebbero comprato i biglietti per i viaggi dei migranti «online» e «con generalità» false, perché gli stranieri non avevano «documenti regolari». Gli autisti, “comprati”, non facevano controlli su biglietti e documenti. E l’attività di «avvicinamento e di pressione sugli autisti dei bus» è diventata «un fenomeno del tutto noto» nella stazione. Alcuni autisti avrebbero incassato una parte dei soldi pagati dai migranti per il viaggio, altri sarebbero stati intimiditi, minacciati o aggrediti. I sette arrestati sono stati portati nel carcere di Rimini. Un altro destinatario dell’ordinanza, invece, è irreperibile.
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