BOLZANO «Chiedo perdono alle persone coinvolte, alle comunità parrocchiali e ai fedeli e sottolineo che la perizia commissionata non è un punto di arrivo, ma un mandato per continuare a lavorare con tutta la determinazione possibile». Lo ha detto il vescovo di Bolzano e Bressanone, Ivo Muser alla luce dell’indagine commissionata proprio dalla diocesi altoatesina sugli abusi sessuali nei confronti di minori e persone vulnerabili avvenuti in Alto Adige. Un’inchiesta che ha fatto emergere 67 casi, 59 di essi nei confronti di minori.
«Serve un cambiamento culturale», ha aggiunto. «Perché fatti come questi potrebbero ricapitare, se noi, come è capitato, distogliamo lo sguardo». «Invito le persone colpite a condividere – ha detto ancora il vescovo – anche in forma anonima, le loro storie ed esperienze per sostenere il processo di cambiamento». Il vescovo Muser nella conferenza stampa odierna ha poi sottolineato come serva «una cultura dell’errore», «riconoscere gli errori e imparare da essi, anche con l’aiuto di seminari di formazione». Entro la fine dell’anno saranno attuati e ottimizzati alcuni servizi. «I compiti e le responsabilità del centro di ascolto, del servizio di intervento e del servizio di prevenzione saranno riesaminati e migliorati», ha precisato Muser. Il vescovo della Diocesi di Bolzano e Bressanone guarda al futuro con nuovi progetti e indicazioni, come quello di incrementare la posizione delle donne nelle posizioni di vertice. «Ci sarà un rafforzamento delle donne in ambito ecclesiale», dice il vescovo Muser ricordando che «quattro dei nove uffici della Curia vescovile sono già diretti da donne e la diocesi sta pianificando programmi per la promozione delle donne in posizioni guida».
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