LIMBADI «E’ sensazione unica essere qui in questo scenario magnifico». Ha esordito così il comandante generale dell’Arma dei carabinieri, il generale Salvatore Luongo, nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione della caserma dei carabinieri di Limbadi, realizzata in un immobile confiscato alla ‘ndrangheta. Il generale Luongo ha tagliato il nastro insieme al ministro dell’interno Matteo Piantedosi, al sottosegretario all’Interno Wanda Ferro, al presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, al presidente della commissione parlamentare antimafia Chiara Colosimo, al prefetto di Vibo Valentia Anna Aurora Colosimo, al sindaco di Limbadi Leo Mercuri. La “sensazione unica” per Luongo è quella di potersi rivolgere ai tanti ragazzi presenti alla cerimonia, «per loro – ha spiegato il comandante generale dei carabinieri – ci impegneremo a fare di tutto perché abbiano la possibilità di crescere nella loro terra».
Per il generale Luogo, che ha ringraziato tra gli altri anche il capo della polizia Pisani e il comandante della Guardia di Finanza De Gennaro, «l’inaugurazione della caserma di Limbadi rinnova il rapporto di fiducia dell’Arma con la gente, rafforza la nostra attitudine a sentirci parte di una comunità e alla vicinanza, da qui nasce la nostra funzione di rassicurazione, solidarietà, accoglienza, ascolto, in territori dove spesso una parola di conforto di fronte ai problemi della vita quotidiana o anche solo una mano tesa fanno la differenza. Lontano da ogni retorica, si tratta – ha aggiunto il comandante generale dell’Arma dei carabinieri – di una missione che acquista maggior valore nei territori come questo, che conoscono la piaga più agguerrita della criminalità organizzata e dove lo Stato non può limitarsi a esercitare un potere esclusivamente repressivo, ma è chiamato a trasmettere fiducia ai cittadini onesti, e ce ne sono tanti, pronti a stravolgere una narrazione che li offende. So di poterlo affermare per la conoscenza diretta che ho di questa parte dell’Italia. Vedo i miei ex collaboratori della compagnia di Taurianova, ricordi mi legano a quelle nottate e a quelle battute in montagna, che testimoniavano ancora una volta come l’Arma potesse essere vicina alle comunità. Un’esperienza preziosa per la mia carriera professionale e per gli aspetti operativi, ma principalmente per quelli umani».
Il generale Luongo ha poi osservato: «Noi destiniamo al bene della collettività un immobile sottratto alla criminalità organizzata, un atto importante con cui lo Stato si riprende quello che gli è stato tolto. Da tempo la criminalità organizzata è meno sanguinaria ma più pervicace e determinata ad affermarsi come soggetto economico, capace di interagire con imprenditori, funzionari e professionisti: l’impegno maggiore a cui vogliamo dedicarci – ha concluso il comandante dell’Arma dei carabinieri – è evitare che questi legami possono andare avanti o anche essere recisi all’origine. Come? Con una volontà concreta e risoluta di riconvertire in presìdi di legalità luoghi evocativi di un potere criminale come dimostriamo qui a Limbadi. Queste strutture devono diventare la casa dei carabinieri, la casa di tutte le forze di polizia, anzi direi la casa dei cittadini, l’ambiente ideale dove si svilupperà il senso di appartenenza alle istituzioni». (a. cant.)
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