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viaggio nel centro storico

E se Cosenza vecchia venisse salvata dai bottegai?

Il gemmologo Giuseppe Elettivo: «La verità dei fatti è che le cose funzionano quando vengono usate, se le metti in disuso perdono vitalità»

Pubblicato il: 26/01/2025 – 15:31
di Concetta Guido
E se Cosenza vecchia venisse salvata dai bottegai?

COSENZA «Sono le generazioni più giovani a portare abiti e accessori nel nostro negozio. Li trovano in casa della madre, della nonna o di una zia, ne comprendono il valore ma devono disfarsene, perché magari non hanno più spazio negli armadi». Difficile resistere all’attrazione del vintage, soprattutto se stai camminando su un selciato antico, tra pareti di tufo, archi, nicchie, batacchi forgiati secoli fa. In via Salita Liceo, nota ai cosentini come “Calata della corda”, incontri le vetrine di “Used & confused, vintage e altre storie”.
Qui si dà una seconda chance ad abiti e calzature del glorioso made in Italy, ai cappelli, alla pelletteria, alla bigiotteria d’epoca e finanche ai bottoni.
Più giù, tra il Duomo e l’antico Caffè Renzelli, un cavatore di tartufi calabresi ha aperto un’attività commerciale lo scorso Natale. Sempre alla Calata della corda, c’è lo store di un gemmologo, tornato in città dopo diciotto anni di esperienza professionale milanese. Nonostante i disagi innegabili, il centro storico sembra essere ancora attrattivo. Cumuli di spazzatura nei vicoli, infiltrazioni d’acqua, rischio di crolli in alcune zone, pavimenti e scalinate dissestati nelle vineddre. Sono queste le battaglie quotidiane.

Il gemmologo Giuseppe Elettivo

E se Cosenza vecchia venisse salvato dai bottegai?
Spesso c’è il deserto intorno e i negozianti sono gli unici a cui rivolgersi se cerchi qualcosa o qualcuno. Fanno da info point, da vedetta e presidio. «La verità dei fatti è che le cose funzionano quando vengono usate, se le metti in disuso perdono vitalità», dice il gemmologo Giuseppe Elettivo. Sorridi ad ascoltare i loro racconti e intanto noti un signore dal look datato e fascinoso, seduto a un tavolo dello storico Caffè. Sembra un rocker al tramonto, Sean Penn di “This must be the place”. Qualcuno soddisfa la curiosità del cronista: «Cerca opere e oggetti antichi. Viene dal Piemonte, non è la prima volta che si vede da queste parti».

Argia Morcavallo

Argia Morcavallo è la signora del vintage. Ha aperto “Used & confused” insieme con Laura Cipparrone. Entrambe architette, hanno unito la passione per i capi sartoriali a quella per la parte storica della città. I commercianti, dal 2019, si sono uniti in un’associazione, la Kaep, un “Comitato attività economiche e produttive”. Oggi conta circa quaranta soci. Si sono inventati un mercatino dell’artigianato, che viene allestito una volta al mese ed è delizioso, con le sue opere creative e artistiche e i prodotti dell’enogastronomia. Dovrebbe essere sostenuto e diventare un punto di riferimento per curiosi, viaggiatori e turisti, che in verità d’inverno non sono molti. I negozianti del Kaep dicono che il fermento c’è e all’Amministrazione comunale chiedono «micro gesti», più attenzione ai piccoli problemi, per facilitare la vita quotidiana. Quello della spazzatura deve essere risolto. Ma chiedono anche tempi più veloci nell’istruire le pratiche d’apertura di nuovi esercizi commerciali, un occhio più vigile sui problemi della circolazione, il ripristino e la cura dell’esistente. E il pensiero va alla scala mobile di via Pezzullo, che collega il quartiere Spirito Santo al Palazzo di Governo, il più delle volte immobile.

«A guardare dall’esterno l’epidermide del centro storico, – dice Argia Morcavallo, che presiede il Kaep, – si ha l’impressione che sia tutto morto, abbandonato in modo irreversibile; ma chi lo vive dall’interno nota, invece, un fermento molto forte. Quasi ogni giorno passa qualcuno che cerca una casa o un magazzino da acquistare e si rivolge a noi commercianti per chiedere informazioni». Anche il gemmologo Giuseppe Elettivo, in partenza per gli States, dove porterà le sue ultime creazioni dedicate alla Calabria, sta cercando casa. Il suo telefono squilla. E’ un appuntamento per visionarne una. «Oggi sono due mesi esatti di apertura. Non è stato semplice. Parliamo di strutture antiche e questo è un centro storico che negli ultimi dieci anni non è stato valorizzato e curato, ma sono soddisfatto. Un’attività come la mia, con la creazione di gioielli non in serie, ma con un proprio sapore e una propria storia, non poteva che nascere qui, in un posto che si nutre di cultura e bellezza».



Il parco storico, che è La Villa Vecchia dei cosentini, è stato impacchettato.
I lavori sono iniziati anche nella Biblioteca Civica, regno prezioso di corali miniati, carteggi e documenti del sedicesimo e diciassettesimo secolo, di rare edizioni delle opere di Bernardino Telesio e Gioacchino da Fiore. Undici cantieri del Contratto istituzionale di sviluppo, per il recupero e la riqualificazione di altrettanti siti, sono di competenza comunale. Alla Villa sono destinati 2,7 milioni circa; alla Civica 5 milioni e 83mila euro. Il Cis è finanziato dal “Piano sviluppo e coesione” del ministero della Cultura: 90 milioni d’investimento, bruscolini in confronto al degrado intorno, ma sono un’opportunità. «Ci sono diversi lavori in corso e bisogna riconoscerne l’importanza. Sono interventi che si avvalgono di fondi destinati al pubblico», continua Argia Morcavallo, «per i privati basterebbe poco, ad esempio abbiamo chiesto, come associazione, di risolvere alcuni problemi legati alla circolazione: predisporre una zona franca, rivedere alcuni sensi di marcia. Per il resto, noi dell’associazione siamo dell’idea che dobbiamo fare da soli e per questo abbiamo inventato l’iniziativa del mercatino, che sta portando dei frutti».

Nel negozio di usato vintage ritrovi anche una fetta di storia della città. Quella di signori in abito da sera e cappello a cilindro che andavano a una serata di lirica o a un ricevimento nei saloni affrescati dei palazzi nobiliari.
«La maggior parte dei capi provengono dai negozi storici di Cosenza. Erano generazioni, quelle delle nostre madri, delle nostre nonne, che andavano a teatro alle feste e dovevano cambiare mise; avevano un abito per ogni occasione. E non bisogna dimenticare che in città c’era il casinò ed era molto frequentato. Arrivano capi sartoriali spettacolari».
«I nostri clienti sono sia i ragazzi che amano i capi over originali, sia le signore che riconoscono la qualità dei tessuti e un tipo di manifattura pregiata, che non si trova più da nessuna parte, neanche tra le griffe dell’alta moda di oggi».
Di fronte a vico Salita Liceo, c’è la sede della Caritas. Sul magazzino sopravvive la storica insegna “Cronaca della Calabria”. Nel vicolo accanto, intitolata a Giuseppe Ciacco, il preside di una luminosa stagione del liceo classico Telesio di fine Novecento, stanno svuotando un appartamento. Aprirà un’associazione dedicata ai bambini. Si chiamerà Colibrì. Come il piccolo uccello artista del volo e portatore di buona speranza. (redazione@corrierecal.it)

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