Caro Guarascio, arrivederci e grazie
Scrivo questo articolo principalmente per scaramanzia. Due anni fa, più o meno di questi tempi, chiesi un cambio di passo per il Cosenza, ultimo in classifica, non intravedendo nessuna speranza di sa…

Scrivo questo articolo principalmente per scaramanzia. Due anni fa, più o meno di questi tempi, chiesi un cambio di passo per il Cosenza, ultimo in classifica, non intravedendo nessuna speranza di salvezza. Una salvezza che miracolosamente arrivò. Che il miracolo possa ripetersi non è affatto vietato.
Detto questo, bene ha fatto Franz Caruso a convocare Guarascio al comune per un incontro di chiarificazione.
Eugenio Guarascio oggi è probabilmente l’uomo più inviso alla città, con manifestazioni pubbliche peraltro spesso contraddistinte da eccessi inaccettabili sul piano verbale.
Eppure, e lo dico non avendoci mai parlato in vita mia, questo signore ha portato il Cosenza dalla D alla B, mantenendo la categoria per sette anni.
Questi meriti non possono essere dimenticati.
Al contempo, e sperando nell’ennesimo miracolo, il presidente dovrebbe comprendere che la sua stagione è finita.
Anche se il fato e la sua proverbiale fortuna portassero a una svolta che oggi appare assai difficile.
Io non sono a conoscenza della situazione finanziaria del Cosenza. Che, chiaramente, se dovesse retrocedere, vedrebbe calare notevolmente il suo valore.
Per questo servirebbe una cordata di imprenditori seri (ce ne sono ancora) e un coinvolgimento di Confindustria e Ance per sollecitarla, così come avvenne il 1986.
Simona Loizzo ha rivolto un appello ai suoi colleghi parlamentari per un impegno congiunto a quello di Caruso. Il calcio, seppure banalmente sia un gioco, è un fatto sociale rilevante per una comunità.
L’ideale sarebbe poter avere un Floriano Noto, che purtroppo qui non esiste, tifoso e dotato di risorse finanziarie ma anche appassionato della sua squadra.
Chiunque subentrasse, in caso di retrocessione, dovrebbe da subito costruire una dirigenza seria programmando una risalita che vada di pari passo con la partecipazione dei tifosi.
Al posto di Guarascio penserei a calare le pretese pur di liberarmi di un peso. Mentre ai tifosi è richiesto di non perdere né la speranza di una salvezza, né soprattutto la civiltà di protestare con i mezzi che la democrazia offre. In fondo non può piovere per sempre.
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