Eni Rewind: per la bonifica di Crotone spesi finora 290 milioni. Ma il dato è impreciso
Nota di agenzia nella quale non si dice nulla sui 5 milioni mancanti dal risarcimento. E le attività di trasferimento non sono ancora iniziate

CROTONE Le attività di bonifica intraprese dall’Eni a Crotone, sino ad oggi, sarebbero costate complessivamente 290 milioni di euro: 220 milioni spesi da Eni Rewind per realizzare le opere previste dal Pob fase 1 e altro, a cui vanno aggiunti “circa 70 milioni di euro versati a seguito della sentenza del Tribunale di Milano del 2012 per l’azione di risarcimento del danno ambientale”. Sono dati che si leggono in una agenzia ageei.eu, che raccoglie le dichiarazioni dell’Eni. In verità ci sono delle imprecisioni, perché le somme versate per il risarcimento danni (decisione Tribunale di Milano) non sono circa 70 milioni di euro, bensì poco più di 65 milioni di euro. Se, invece, dovessero essere circa 70 qualcuno dovrebbe spiegare che fine hanno fatto i cinque milioni mancanti considerato che la cifra che è stata data nella disponibilità del commissario straordinario nominato dall’attuale governo, Emilio Errigo, già generale della Guardia di finanza, è di poco superiore ai 65 milioni. Nella nota ageei.eu non si fa riferimento alla recente audizione fatta da Errigo alla Commissione parlamentare ecomafie. Non si dice nulla relativamente al fatto che, una parte dell’audizione, è stata secretata probabilmente per le cose che Errigo aveva da dire su presunte ingerenze della criminalità organizzata sulle attività di bonifica. Come evidenzia Eni Rewind sino ad oggi, quindi, sono stati spesi circa 290 milioni di euro e le attività di trasferimento dei veleni negli impianti di smaltimento non sono nemmeno iniziate. Nella nota ageei.eu c’è un preciso riferimento all’avvio degli scavi, “che era previsto il 20 gennaio 2025”, che “è stato sospeso a seguito di esposti (il 14 e 15 gennaio) di Regione Calabria, Comune e Provincia di Crotone, che dopo i ricorsi al TAR presentati nell’ottobre 2024 con cui gli enti richiedevano l’annullamento del decreto MASE di agosto 2024, hanno diffidato Eni Rewind e la società Sovreco (proprietaria della discarica di Crotone) dal rendere esecutivo il contratto per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi”. Da tempo questo giornale sta scrivendo che non è possibile avviare le attività di bonifica senza un accordo. Il Paur (provvedimento autorizzatorio unico regionale) rappresenta uno scoglio insormontabile. Di questo dovrebbero prendere atto anche coloro che scrivono in base alle veline che vengono passate. Sempre ageei.eu ricorda che “nella successiva Conferenza di Servizi (CdS), il 28 gennaio 2025 (ultima sfornata, ndr), il MASE ha anticipato l’intenzione di sospendere l’autorizzazione propedeutica al conferimento dei rifiuti nella discarica di Crotone, nelle more del giudizio del TAR (la cui udienza è fissata il 19 febbraio 2025) e di ulteriori approfondimenti legali”.
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