Ospedale di Crotone, Farmacia declassata. Operatrici contro il commissario Asp
Contestate le scelte contenute nell’ultimo atto aziendale elaborato da Brambilla

CROTONE Non ha voluto riceverli e ha minacciato di chiamare i carabinieri. Avrebbero voluto che il commissario dell’Azienda sanitaria provinciale di Crotone, Antonio Brambilla, spiegasse le ragioni del declassamento dell’assetto farmaceutico aziendale previsto dal nuovo Atto aziendale. Brambilla non solo non ha voluto incontrare la delegazione, ma addirittura attraverso la sua segreteria ha annunciato che avrebbe chiesto l’intervento dei carabinieri se non avessero immediatamente abbandonato la sede del Granaio, dove sono ubicati gli uffici della direzione strategica dell’Asp pitagorica. L’indiscrezione trova, quindi, conferma in un incontro che questa mattina quattro farmaciste dell’Unità operativa ospedaliera hanno avuto con il giornalista. Donne coraggio. Tra gli ospedalieri non è usuale fare denunce mettendoci la faccia. E’, infatti, più facile impattare persone che raccontano fatti che riguardano le scelte penalizzanti dei propri “superiori”, mantenendo l’anonimato, piuttosto che dipendenti disponibili a contestare le scelte non condivisibili di chi ha avuto un incarico dalla politica (in questo caso dalla Regione Calabria). Le quattro farmaciste sono anni che gestiscono l’Unità operativa della Farmacia ospedaliera del “San Giovanni di Dio”. L’attuale responsabile lo fa da cinque anni con un incarico di facente funzioni. Significa che non viene pagata come un dirigente di ruolo anche se svolge la stessa mansione. Sono coraggiose perché hanno deciso di difendere il servizio e l’utenza proprio ora che rischiano il declassamento che potrebbe penalizzare anche la stessa Azienda. L’Asp risparmia sino a quasi il 75% quando acquista direttamente i farmaci dalle case produttrici. Nella proposta di Atto aziendale l’Uoc di Farmacia ospedaliera viene sostituita con un incarico di alta professionalità. Un termine altisonante, ma senza contenuto. Significa che perde la capacità operativa e l’organizzazione verticale potrebbe essere sostituita con un incaricato . La medesima sorte viene riservata all’altra Unità operativa complessa di Farmacia (quella territoriale che è ubicata al Granaio). Questa ultima, nel nuovo Atto aziendale firmato da Brambilla, prenderebbe il nome di Unità operativa complessa della politica del farmaco. Che vorrà dire? Le quattro farmaciste hanno difficoltà a spiegarlo, perché appunto le ormai ex Unità operative complesse di Farmacia “vengono sostituite con incarichi professionali, che non sono configurati in alcuna struttura dipartimentale”. I paroloni scritti nell’Atto aziendale non dicono quale sarà la nuova consegna visto che, sino ad oggi, la sola Farmacia ospedaliera ha svolto il compito assegnato occupandosi di una serie di questioni: informazione attraverso il centro di informazione, area approvvigionamenti, area logistica, area controllo di gestione, area della vigilanza del farmaco. Una serie di attività che consentiva di controllare la qualità dei farmaci, dei dispositivi medici richiesti dai reparti e acquistati attraverso le gare, il controllo dei materiali e ogni altro acquisto ritenuto importante per la corretta gestione dei reparti dove l’utenza viene ricoverata e curata. C’è da tenere ben presente che “la farmaceutica gestisce una fetta rilevante del budget aziendale, mediamente essa rappresenta più del 27% del fondo che il servizio sanitario nazionale assegna alle Aziende”. Le farmaciste sono convinte del fatto che “la presa in carico di tutte le attività garantite dalla Farmacia ospedaliera non può prescindere da un incarico di tipo gestionale, così come prevede il Decreto ministeriale 2 aprile 2015 n. 70 (“Regolamento recante definizioni degli standard qualitativi, strutturali tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera che prevede l’Unità operativa complessa ospedaliera”. Citano la norma e sono convinte che viene disattesa. A questo punto, se tutto ciò dovesse essere vero, viene spontaneo chiedersi: “Ma che c’è sotto?”. Il cambiamento proposto consente il controllo incrociato della spesa e degli acquisti di qualità che l’Unità operativa complessa avrebbe garantito sino ad oggi?. L’ultima considerazione riguarda i locali: vengono gestiti milioni di euro per l’acquisto di farmaci e materiali, ma i locali destinati alla Farmacia all’interno della struttura del “San Giovanni di Dio” sono visibilmente angusti e gli scatoloni riempiono e intralciano anche il corridoio.
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato