LAMEZIA TERME La Dda di Catanzaro, rappresentata dai pm Vincenzo Capomolla, Antonio De Bernardo e Romano Gallo, ha depositato l’appello alla sentenza emessa lo scorso 19 giugno 2024 al termine del processo di primo grado nato dall’inchiesta “Imponimento” contro la cosca Anello-Fruci.
Al termine del processo erano cadute tutte le accuse per i fratelli Emanuele e Francesco Antonio Stillitani, assolti per i due capi di imputazione perché il «fatto non sussiste» e per «non aver commesso il fatto», come sostenuto dai difensori rispettivamente Ioppoli e Andreano e Comi e Gennaro. L’accusa per i due Stillitani era di concorso esterno, ovvero un presunto rapporto con la ‘ndrangheta locale e, in particolare, con gli Anello-Fruci in una sorta di “patto” di scambio di utilità reciproche.
La Distrettuale si è appellata, dunque, contro la completa assoluzione dei fratelli Emanuele e Francesco Antonio Stillitani, imputati “eccellenti” nel processo Imponimento. Per i due, infatti, l’accusa aveva invece invocato condanne pesanti: 21 anni di reclusione. Secondo la Dda, infatti, il Tribunale di Lamezia Terme ha offerto una motivazione «quanto mai scarna e slegata dalle complessive risultanze processuali» ed evidentemente viziala da errori di fatto e di diritto che «hanno condizionato la decisione».
I pm, inoltre, si sono appellati alla sentenza di completa assoluzione nei confronti di: Bruno Simone Anania (cl. ’91) per il quale erano stati chiesti 3 anni; Antonio Attisani (cl. ‘71), chiesti 15 anni; Raffaele Mariano Bertucci (cl. ’64), chiesti 4 anni; Giuseppe Costantino (cl. ’84) per il quale erano stati chiesti 15 anni di reclusione; Gennaro D’Urso (cl. ‘53) e Mario Galati (cl. ’59) ne cui confronti l’accusa aveva invocato una condanna a 2 anni di carcere. E poi Gaetano Gori (cl. 85), Salvatore Pilieci (cl. ’82), Mario Serratore (cl. ’75), Maria Alfonsina Stuppia (cl. ’65), Francescantonio Tedesco (cl. ’68) per il quale erano stati chiesti 18 anni di reclusione; Alessandro Teti (cl. ’70), Giuseppe Tonietti (cl. ’70) e Oreste Vona (cl. ’75).
Inoltre, l’appello dei pm della Dda di Catanzaro riguarda: Giovanni Anello, condannato a 3 anni a fronte dei 21 anni chiesti dall’accusa. E poi Nazzareno Bellissimo, condannato a 5 anni e 9 mesi mentre l’accusa aveva chiesto 21 anni; Francesco Crigna (3 anni), per il quale erano stati chiesti 7 anni; Giovanni Damiano Deodato, l’ex consigliere comunale condannato a 2 anni e 9 mesi mentre l’accusa ne aveva chiesti 11; Giovanni Fabiano, condannato a 2 anni e 8 mesi (chiesti 12); Maurizio Michienzi, condannato a 1 anni e 4 mesi (chiesti 16); Rosario Pugliese e Gaetano Ruscio condannato a 3 anni e 6 mesi mentre l’accusa aveva chiesto 18 anni. E poi Pasquale Scordo, condannato a 3 anni (chiesti 7 anni). (Gi.Cu.)
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