Una rete tra istituzioni, Centri e associazioni: così la Regione punta a contrastare la violenza di genere
I contenuti del disegno di legge approvato dalla Giunta su proposta dell’assessore Capponi. Prevenzione e sostegno tra le linee di azione

CATANZARO Prevenzione, formazione e sostegno, e poi una rete regionale che mette insieme le istituzioni a tutti i livelli – comprese magistratura e forze dell’ordine – i Centri e le organizzazioni e le associazioni impegnate in prima linea. Sono queste le direttrici sulle quali si muove il nuovo disegno di legge in tema di contrasto alla violenza di genere approvato dalla Giunta regionale e ora all’attenzione del Consiglio regionale: il disegno di legge è stato varato su indicazione e proposta dell’assessore regionale alle Politiche sociali Caterina Capponi e si compone di 23 articoli, con i quali si punta ad aggiornare la normativa regionale vigente attraverso interventi specifici rivolti alle donne vittime di violenza di genere e ad armonizzare la normativa regionale a quella nazionale, in abrogazione di un precedente testo del 2007, evidentemente non più al passo con i tempi.
Il contesto
«Sebbene l’Italia sia dotata di strumenti normativi finalizzati a contrastare il fenomeno della violenza di genere nelle sue varie forme (fisica, psichica, sessuale ed economica) – si legge nella relazione al Dl della Giunta – le leggi italiane, in molti casi “innovative”, spesso non sono messe in atto in modo efficace e uniforme sul territorio nazionale. Ciò comporta la necessità di adottare misure supplementari per garantire che le politiche anti-violenza siano “integrate e monitorate attraverso un coordinamento efficace tra le autorità nazionali, regionali e locali”. In quest’ ottica la Regione Calabria interviene sul problema introducendo misure di prevenzione atte a promuovere una cultura a favore dei diritti della persona e del rispetto della donna, nonché misure di assistenza e sostegno delle donne vittime di violenza e dei figli minori anche attraverso un sistema di reti territoriali che erogano servizi dedicati. L’impegno attivo della Regione nella lotta a ogni forma di violenza contro le donne – prosegue la reazione – passa attraverso prevenzione, contrasto e sostegno, allo scopo di diffondere una cultura a favore dei diritti della persona e del rispetto della donna e a fornire protezione e tutela alle donne vittime di violenza. Dalla necessità di contrastare il fenomeno della violenza di genere, nasce il disegno di legge regionale».

Le misure del disegno di legge
Il disegno di legge promosso dall’assessore Capponi in particolare prevede nuovi strumenti per migliorare la gestione dei servizi di presa in carico e di sostegno, anche attraverso una rete territoriale e regionale per garantire il coordinamento degli interventi in modo uniforme su tutto il territorio regionale, il rafforzamento delle attività di sensibilizzazione sul territorio, e misure specifiche di prevenzione intervenendo direttamente sui soggetti maltrattanti, anche attraverso azioni trasversali che consentano la tutela dei minori vittime di violenza assistita. Particolarmente significativo l’articolo 3, che dispone che «la Regione promuove la costituzione di una rete tra i Comuni, le Province, la Città metropolitana di Reggio Calabria, le Aziende sanitarie provinciali, l’Ufficio scolastico regionale, le Università, le forze dell’ordine, gli Uffici territoriali del Governo – Prefetture, la Magistratura, i Centri Antiviolenza, le Case Rifugio, i Centri per uomini maltrattanti presenti sul territorio, nonché le associazioni e le organizzazioni che hanno tra i propri fini istituzionali la lotta alla violenza di genere, allo scopo di favorire l’omogeneità e il coordinamento degli interventi e delle azioni». Il disegno di legge verrà finanziato con 350mila euro all’anno per tre anni con fonti del bilancio regionale. Il Dl della Giunta è già stato assegnato per l’esame di merito alla terza Commissione Sanità e Politiche sociali del Consiglio regionale, che l’ha calendarizzato nella seduta di mercoledì 26 febbraio, segno che il testo probabilmente ha una certa priorità nell’agenda della maggioranza: all’ordine del giorno ci sarà anche la proposta di legge sullo stesso tema già presentata dalla consigliera regionale del Pd Amalia Bruni, peraltro finita al centro delle polemiche sotto l’aspetto della paternità del testo. (c. a.)
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