Il libro di Moreno «non fa menzione di San Demetrio ma della sola Calabria»
«Mi auguro che le osservazioni siano pervenute all’autore». «In nome di un consenso becero si spertica in una difesa ricorrendo al complottismo»

In risposta all’articolo di Paride Leporace sul Corriere della Calabria in ordine al libro di Maria Moreno “L’atroce storia di Santos Godino el petiso orejudo”.
«Ho letto due volte il libro di Maria Moreno dal titolo “L’atroce storia di Santos Godino el petiso orejudo”, recentemente pubblicato, un libro ricco di documentazione riferita a un giovane di origine calabrese, assassino e autore di numerosi omicidi, che, secondo il giornalista Paride Leporace, avrebbe avuto origine da San Demetrio Corone. Il libro, però non fa menzione di San Demetrio né di altri luoghi, ma della sola Calabria. Eppure, così scrive il noto giornalista del “Corriere della Calabria” nell’articolo apparso il 17 dicembre 2024: “Il papà Fiore analfabeta e la mamma Lucia Rufia erano partiti dalle campagne di San Demetrio Corone per approdare nel Barrio Boedio di Buenos Aires”. Mi chiedo dove ha trovato questa informazione, quale archivio ha visitato per sostenerla! Ha forse ripreso quanto già affermato dal suo collega Gian Antonio Stella nel libro “L’orda, quando gli albanesi eravamo noi”, pubblicato nel 2003? Chi scrive, nativo di San Demetrio Corone, è Direttore del Centro Studi Genealogia Arbëreshë con sede a Rossano e, appena letto l’articolo, ha cercato nell’archivio del Centro, ma nulla ha trovato in relazione al Godino di cui tratta il libro, per cui si è messo alla ricerca presso l’Archivio di Stato di Cosenza e ha trovato che l’unico Godino in tutta la provincia di Cosenza ad essere chiamato Fiore è nato nel 1854 a Longobucco, precisamente Fiore Agatone.
Nonostante ciò, non si è fermato e ha rivolto le sue indagini in Argentina, avvalendosi della collaborazione dello storico Prof. Francesco Ernesto Fullone, il quale ha fatto pervenire la documentazione che finalmente toglie ogni dubbio sulla provenienza di Santos Godino, levando così la macchia che rischiava di sporcare il mio paese natale. Infatti, dalla documentazione pervenuta emerge che Santos era figlio di Fiore e Achiropita Lucia Ruffo (e non Rufia), lui nato a Longobucco e lei a Rossano, ma si precisa che la famiglia Godino proveniva da Acri, da quando Gennaro, avo di Fiore, si trasferì a Longobucco. Dunque, i paesi interessati sono Acri, Longobucco e Rossano.
Cosa c’entra San Demetrio? Ma ancora più grave è che il giornalista definisce l’assassino di Buenos Aires “Arbëreshë di Calabria”, realizzando così un secondo errore, quello di considerare gli Arbëreshë di Calabria come gente dedita ad azioni malevoli, non sapendo che i Godino non sono Arbëreshë, ma uomini e donne provenienti dai paesi limitrofi alla ricerca di una vita migliore per sé e i propri figli. Insomma, non era necessario indicare la specificità etnica del protagonista omicidiario, bastava precisare la comunità di provenienza e quella giusta. San Demetrio, grazie al Collegio di Sant’Adriano, ha ospitato nel corso dei secoli uomini e donne per bene che hanno contribuito alla crescita sociale ed economica della Calabria, e tra loro anche i Godino, provenienti dalla vicina Acri, ma nessuno di questi è imparentato con Santos, il “petiso orejudo”. I delitti succedono in ogni contesto sociale e in ogni luogo, ma aggiungere, tra l’altro sbagliando, l’origine etnica in un caso come questo è di cattivo gusto.
Resta inteso che in mio possesso sono in copia i seguenti documenti: 1. Atto di nascita di Fiore Agatone 2. Atto di matrimonio di Fiore e Achiropita Lucia Ruffo e ogni altro atto di parenti collaterali».
La replica:
Mi complimento con il direttore Salvatore Bugliaro per la preziosa ricerca archivistica e storiografica che ci permette di conoscere le precise origini della famiglia di Santos Godino. Detto questo trovo pretestuoso il tono della sua replica con dito alzata nella forma e nella sostanza. Lei si chiede retoricamente perché ho scritto delle origini di San Demetrio Corone ben sapendo che la notizia proviene dal best seller di Gian Antonio Stella, autorevole scrittore sui temi dell’emigrazione italiana. Voglio sperare che le sue osservazioni siano pervenute all’autore del libro. Da scrupoloso ricercatore lei dovrebbe sapere che le origini di San Demetrio Corone di Santos Godino sono indicate persino su Wikipedia tratte da fonti argentine e per stare allo scientifico tra i tanti articoli con questa fonte le indico l’accurato saggio di Pantaleone Sergi “L’immagine dei calabresi tra discriminazione e difesa identitaria”. Perché caro Bugliaro questo è proprio questo il grumo della vicenda del “Petiso orejudo”, l’immagine dei calabresi, e non certo l’assurda accusa che mi pone di aver voluto mettere alla berlina le origini, oggi scopriamo presunte dai suoi documenti, degli albanesi di Calabria e di San Demetrio Corone, comunità che ho il piacere di conoscere e frequentare in molti dei suoi autorevoli rappresentanti. Lei, forse in nome di un consenso abbastanza becero, invece si spertica in una difesa identitaria del suo paese ricorrendo al complottismo e aggredendo inutilmente il mio articolo.
Le segnalo che sabato prossimo sono invitato a Mongrassano ad un seminario sull’identità Arbëreshë dove saranno presenti alcune delle principali personalità culturali degli albanesi di Calabria. Questo mi sembra dimostri quanto sia ardita e gratuita la sua inutile verve polemica che impoverisce molto la sua preziosa scoperta.