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il processo

Messina Denaro, la figlia della compagna condannata a 4 anni e 8 mesi

Era accusata di favoreggiamento aggravato dall’aver agevolato la mafia

Pubblicato il: 04/03/2025 – 22:11
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Messina Denaro, la figlia della compagna condannata a 4 anni e 8 mesi

PALERMO Il gup di Palermo ha disposto la condanna a 4 anni e 8 mesi per Martina Gentile, la figlia di Laura Bonafede, quest’ultima ritenuta una delle amanti di Matteo Messina Denaro. Martina Gentile era accusata di favoreggiamento aggravato dall’aver agevolato la mafia e procurata inosservanza della pena. L’accusa, rappresentata dal sostituto Gianluca De Leo, aveva chiesto la condanna a 8 anni di reclusione. Il gip ha inoltre condannato Martina Gentile a un anno di liberta’ vigilata. Secondo le indagini della Dda di Palermo anche Martina Gentile avrebbe fatto parte della rete ristretta di’ favoreggiatori del boss Messina Denaro che la considerava come “una figlia”. La madre di Martina Gentile, Laura Bonafede, era stata condannata in abbreviato a 11 anni e 4 mesi per associazione mafiosa.
 “Ad oggi, per quello che ho saputo leggendo anche la lettera diario di mia madre – ha spiegato Gentile come riporta Ansa – capisco che non se lo meritava e non meritava il mio affetto, mia madre ha sbagliato tantissimo, per questo sono arrabbiata con lei, però purtroppo è andata così e io ho voluto bene ad una persona a cui non dovevo”. “Ma per quanto riguarda, invece, quello che mi viene contestato, che alla fine è il motivo per cui io sono qui in questo Tribunale, è ciò che io facevo, diciamo, di scambiare la posta per mia madre e per Messina Denaro attraverso la Lanceri – ha proseguito – io ho avuto rapporti con Messina Denaro, ma io davo le mie lettere a mia madre e mia madre le faceva avere a lui, non so come, ma non ho mai ricevuto lettere da parte di mia madre per dare a Messina Denaro, né nelle sue mani, né tramite la Lanceri, né tantomeno Messina Denaro mi ha mai dato qualcosa, lettere, pizzini”. “Io e la Lanceri lavoravamo nello stesso studio, io ho fatto allo studio dell’architetto Tramonte un tirocinio presso… tramite l’Università degli Studi di Palermo, perché io ho studiato architettura a Palermo e questo era uno studio che era convenzionato e quindi c’era un tirocinio obbligatorio e ho iniziato in quel momento a frequentare quello studio.- ha spiegato – C’era Lorena Lanceri, che è una ragazza con cui io mi trovavo benissimo, dopo mia madre mi ha detto che io potevo dare, se volevo, le mie lettere a Lorena, ma non le sue, anche perché io non ho mai letto le lettere di mia madre e dopo questo procedimento, purtroppo, capisco pure perché”. “Io non ho mai conosciuto questo aspetto della mia famiglia, di mia madre soprattutto, e quindi, diciamo, sono stati tanti i tasselli che mi hanno… non lo so, mi hanno destabilizzato, più di tutti quello, ovviamente, del Tribunale dei Minori, non lo nascondo”, ha commentato. “L’unica cosa buona che ho fatto è mia figlia e per il resto ho sbagliato a frequentare e a voler bene a questa persona, però è stato così, ma per il resto non mi è mai stato chiesto di fare niente, né da parte di mia madre, né da parte di lui, né da nessun altro”, ha concluso.

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