Crotone, il Pd riparte dai giovani e dalle donne. Caiazza: «Stiamo costruendo una proposta politica di cambiamento»
Da mesi i dem lavorano con il M5S in vista delle Comunali del 2026. La giovane dirigente: «Stimolare aggregazione e partecipazione»

Occhi scuri, favella, sentimento di appartenenza politica. Annagiulia Caiazza è la segretaria del Pd di Crotone. Dipendente comunale, militante della Cgil, dottore di ricerca e assistente universitaria di Diritto della concorrenza, ha 39 anni e crede nella politica come strumento di crescita umana, economica e sociale.
Oggi raccontiamo una storia di periferia del Novecento, il secolo caro ad Alessandro Baricco, della possibilità, della ricostruzione, della speranza, del coraggio e dei partiti. Sullo sfondo non compare l’oceano del pianista leggendario Danny Boodmann, immortalato da Tim Roth e da Giuseppe Tornatore, né il “Virginian” delle traversate per la libertà o il lussuoso Titanic, “L’inaffondabile”, finito nell’Atlantico il 15 aprile 1912. In lontananza s’intravede, invece, lo Ionio della Magna Grecia, mentre sopravvive la memoria del naufragio del barcone “Summer love” davanti alla spiaggia di Steccato di Cutro (Kr), dei 94 morti di quel terribile accadimento del 26 febbraio 2023, alimentata dalla veglia prima dell’alba dei giorni passati. «Devo alla politica quello che sono sul piano personale, morale e culturale, come la mia scelta di ritornare in Calabria», dice con orgoglio Caiazza. «Grazie all’esempio dei miei genitori, la politica – aggiunge – mi ha formato nel pensiero, nel giudizio e nelle relazioni con gli altri, insegnandomi a pormi sempre in ascolto». Da mesi il Partito democratico di Crotone lavora con il Movimento Cinque Stelle e le altre forze progressiste per le prossime elezioni comunali della primavera 2026. «La partita è aperta», assicura la giovane dirigente dem, che precisa: «Le destre non hanno affatto la vittoria in tasca. Dall’ascolto dei quartieri alla stesura del programma, insieme stiamo costruendo una proposta politica di cambiamento, di cui la comunità ha tanto bisogno dopo la parentesi del sindaco Voce, che ha deluso gli elettori e quanti credevano in una svolta democratica e sociale».
La «rinascita di Crotone»
In un’altra stanza, nella sede della Federazione crotonese del Pd, Elisabetta Barbuto, già deputata e ora coordinatrice provinciale M5S, partecipa a una discussione sulle emergenze della città: dallo «smantellamento dell’ospedale» “San Giovanni di Dio” all’auspicata bonifica del Sin, dal futuro dell’assistenza sociosanitaria allo stato dei trasporti pubblici. È palpabile l’affiatamento dei presenti, tra cui diversi giovani, che scommettono sulla «rinascita di Crotone» a partire dall’impegno delle donne in politica. Che qui ha un senso particolare, a mente del carattere della dotta e tenace Teanò, animatrice della Scuola pitagorica, e del passato più recente della politica locale, in cui la scena pubblica fu occupata soprattutto da uomini. Per esempio, da un emblema della destra di ferro, Pasquale Senatore, due volte sindaco e poi consigliere regionale, scomparso nel 2015, o dall’inossidabile Enzo Sculco, ex “inquilino” di Palazzo Campanella ancora sotto i riflettori della cronaca. «Le donne possono invertire la tendenza all’appiattimento e alla rassegnazione che registriamo da anni nel nostro territorio», dice un insegnante liceale di lungo corso, all’uscita di un bar crotonese che affaccia su piazza Pitagora, zeppa durante il concertone di fine 2023 e adesso quasi deserta intorno all’ora di cena.

«Non è vero che noi donne siamo incapaci di gioco di squadra»
Anche se il tema delle postazioni rosa è ormai fuori moda a ogni latitudine: da Palazzo Berlaymont a Bruxelles, sede operativa di Ursula von der Leyen, sino a Piazza Cavour a Pantelleria (Tp), in cui si trova l’ufficio municipale di Adelina Francesca Pineda, vicesindaca del Comune siciliano.
Che cosa differenzia le donne nell’ambito pubblico, la determinazione, la volontà di raggiungere l’obiettivo, la gentilezza, la grinta, lo spirito battagliero, la figura o tutto insieme? Una canzone le descriveva come «un universo immenso e più», un’altra come «in cerca di guai», una terza come dotate di «troppa fantasia» e «sempre più emozionate, delicate». Forse la migliore risposta arriva da un motto di Han Kang, la scrittrice della Corea del Sud insignita nel 2024 del Nobel per la Letteratura, la quale confessò: «Mi costringo a non dimenticare mai che ogni singola persona che incontro appartiene alla razza umana».
Caiazza libera il campo dalla retorica nazional-popolare sulla politica al femminile e afferma: «Quando le donne hanno la fede di partito, fanno militanza con un fervore e una coerenza che di solito non si manifestano nell’attivismo maschile. Voglio poi smontare un luogo comune: non è vero che noi donne siamo incapaci di gioco di squadra. Nel 2019 sono rientrata a Crotone. Vivevo a Roma e avevo notevoli soddisfazioni professionali. Per me, gli scambi con la Conferenza delle donne democratiche sono stati determinanti. Ci confrontavamo on line all’epoca del Covid. Nella capitale avevo perduto gli stimoli, sentivo forte il bisogno di una rigenerazione della politica, che ho visto materializzarsi in Calabria, dove ho potuto apprezzare la sincerità e lealtà delle compagne del Pd e, devo dire, l’onestà politica del segretario regionale, Nicola Irto. Avevo concorso per un posto pubblico, la graduatoria scorse ed ebbi la fortuna di ritornare. Oggi non sono pentita della mia decisione. Il mio dirigente dell’epoca aveva cercato di trattenermi a Roma e mi aveva proiettato il rischio, se me ne fossi andata, di approdare in un contesto generale di superficialità, mediocrità e illegalità. Ora sono a casa, nella mia terra di meraviglie poco valorizzate e gravi questioni sempre aperte. Perciò, mi spendo per il bene comune, come i miei genitori mi hanno insegnato sul finire del Novecento».

«Rimuovere le diseguaglianze economiche e sociali»
Candidata consigliere regionale nella lista del Pd, alle elezioni del 3 ottobre 2021 Caiazza ottenne 2.827 voti nella circoscrizione Centro. «Nessuno se l’aspettava», confida. Ma lei era fiduciosa, comunque distante dall’idea di dover dimostrare un peso elettorale, confortata dalla storia familiare di militanza politica senza doppiezze e interessi di bottega: il padre Dionigi, esponente di punta del Pci, negli anni ’80 era stato tre volte consigliere comunale di Crotone e lì aveva anche ricoperto il ruolo di assessore; la madre, Rita Procopi, subito dopo la nascita della stessa Annagiulia, aveva accettato la candidatura a consigliere imposta dal Partito comunista e, a seguire, la nomina ad assessore e vicesindaco del medesimo Comune. Peraltro, negli anni ’90, Dionigi Caiazza – scomparso nel 2008 e figlio del compianto agronomo Manlio, di cui ancora si ricorda la competenza professionale e l’animo nobile – venne nominato alla guida dell’Azienda sanitaria locale e nel dicembre 1995 aprì il 118 di Crotone, convinto che realizzare quel presidio fosse un obbligo morale verso la comunità dell’intera provincia. «Allora – sottolinea la segretaria del Pd crotonese – l’ideologia politica ispirava anche l’azione amministrativa e le scelte pubbliche. C’era l’esigenza di una sanità per tutti, che desse risposte, salute e lavoro. Ricordo la gioia di mio padre all’inaugurazione della Centrale operativa di Crotone, ora dismessa in nome di un accentramento dei servizi che ci penalizza sul piano sanitario e su quello economico». «Sono certa – continua l’esponente dem – che il mio senso della vita è stato influenzato dalla cultura politica dei miei genitori, dalla loro convinta adesione ai valori della sinistra. Per questo, sento il dovere di dare un contributo al progresso del Crotonese, oggi abbandonato. L’ospedale civile patisce l’amputazione di diversi reparti, molti medici hanno rassegnato le dimissioni, la previsione dell’Emodinamica non è sufficiente e bisognerebbe sviluppare molto di più l’aeroporto, perché abbiamo collegamenti inadeguati, a cominciare dalla Statale 106». «Allora – chiarisce Caiazza – occorre ampliare il discorso politico e spingere perché il nostro territorio venga riconsiderato dal governo regionale e da quello nazionale. Con il Pd e i nostri alleati stiamo ragionando e agendo in questa prospettiva: non è più accettabile che Crotone e la sua provincia siano marginalizzate. Finora abbiamo pagato un prezzo troppo alto, anche in termini di inquinamento ambientale, per cui rivendichiamo gli investimenti, le misure e i servizi che servono. Il centrodestra ha eluso i problemi più urgenti, che ha nascosto con lo spettacolo e la propaganda».
E poi: «Militanza significa rimanere dalla stessa parte, restare fedeli a un’idea, a una storia, a un orizzonte. La politica dell’ultimo trentennio è stata caratterizzata da un clamoroso opportunismo, da cambi inimmaginabili di bandiera e posizioni. Mai come adesso – conclude la segretaria del Pd di Crotone – c’è bisogno di rimuovere le diseguaglianze economiche e sociali, quindi di stimolare aggregazione e partecipazione, di trasmettere fiducia e motivazioni, di lottare per i bisogni collettivi di un Sud che si spopola in un grande, inavvertito silenzio: sanità, lavoro, istruzione, ambiente, legalità, Stato sociale e sviluppo economico. Possiamo farcela, ma se non perdiamo il legame con la nostra storia, con la nostra terra, con la nostra realtà». (redazione@corrierecal.it)
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