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Stato di emergenza della rete ospedaliera, un mese fa le sollecitazioni di Occhiuto: «Accelerare sui nuovi nosocomi»

La Pec inviata al Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza di Palazzo Chigi: «Edilizia sanitaria, urgente snellire i processi»

Pubblicato il: 07/03/2025 – 22:51
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Stato di emergenza della rete ospedaliera, un mese fa le sollecitazioni di Occhiuto: «Accelerare sui nuovi nosocomi»

CATANZARO Non è un commissariamento “coatto” né un fulmine a ciel sereno la decisione di stasera in Cdm di commissariare per un anno il sistema ospedaliero calabrese (qui la notizia): esattamente un mese fa, in una Pec inviata al Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Capo Dipartimento calabrese Fabio Ciciliano, Roberto Occhiuto definiva «necessaria l’emanazione di disposizioni che disciplinino procedure acceleratorie volte a consentire la rapida costruzione dei nuovi nosocomi».

La comunicazione alla Protezione Civile

Dichiarazione di emergenza nazionale di protezione civile ai sensi della legge n. 1/2018, per il superamento del contesto di criticità del sistema ospedaliero della Regione Calabria”, questo l’oggetto del dettagliato documento datato 5 febbraio 2025 che, in tre pagine, mette in fila «alcune ineludibili esigenze per le quali risulta necessaria l’emanazione di disposizioni che disciplinino procedure acceleratorie volte a consentire la rapida costruzione dei nuovi nosocomi, si procede nel seguito a evidenziarne e ribadirne sinteticamente le ragioni».

L’excursus

Il presidente della regione nonché commissario ad acta alla sanitò ricostruisce che «circa 20 anni addietro, proprio in ragione dell’impellente necessità di ammodernamento del patrimonio ospedaliero, il Governo aveva proceduto a dichiarare un’emergenza di Protezione Civile volta a colmare le carenze Ospedaliere del territorio calabrese, con lo scopo di realizzare tre dei sette principali ospedali del sistema ospedaliero pubblico, salvo poi giungere alla chiusura di tale emergenza, dopo 6 anni e senza essere pervenuti all’obiettivo, data la complessità scaturita dalla combinazione di un settore delicato, quale quello sanitario, in uno dei contesti territoriali probabilmente più bisognosi e critici, sul piano infrastrutturale, della nazione».

«Progetti superati»

Occhiuto rivendica come «la Giunta da me presieduta ha provveduto a dare nuovo impulso alla ripresa dell’attività di costruzione degli Ospedali detti ma, alle difficoltà incontrate dalla precedente esperienza Commissariale, si è aggiunta l’inattuabilità dei progetti allora predisposti che risultano ormai superati sul piano tecnico, sanitario ed economico, risalendo a soluzioni di circa 20 anni addietro (fondi riqualificazione Ospedale di Locri risalenti al 2004 e per la costruzione dei nuovi ospedali della Sibaritide, di Gioia Tauro e di Vibo Valentia al 2007). La continua modernizzazione dei processi e delle apparecchiature, associata alle nuove regole introdotte dal Covid, rende imprescindibile la necessità di aggiornare i progetti ma, al tempo stesso, di massimizzare lo sfruttamento di tutto ciò che negli anni è stato fatto, così da pervenire quanto prima a poter dotare il territorio di tali opere. E’ altresì importante scongiurare la tentazione di semplificare l’operato odierno procedendo ad azzerare tutto quanto fatto nel passato per il solo fine di operare nel quadro normativo odierno, più noto, e quindi comodo, per le amministrazione e i funzionari».

I ritardi e il rischio contenziosi

«Il ripartire da zero – aggiunge Occhiuto –, a cominciare dalle aggiudicazioni e/o altro, oltre ad allontanare significativamente i tempi per dare risposta a necessità conclamate e urgenti, potrebbe anche ingenerare contenziosi che, come spesso accade, non risultano mai funzionali alla riduzione dei tempi di realizzazione delle opere. Non meno importante, rispetto alla realizzazione dei nuovi ospedali che erano stati previsti nella pregressa emergenza, è la necessità di procedere rapidamente anche alla tempestiva attuazione della sostituzione, date le criticità che presentano, di alcuni plessi esistenti, già finanziati con fondi Inail da oltre 10 anni, di cui in molti casi non sono state avviate le necessarie procedure preliminari».
Il governatore nota poi che «il vigente quadro normativo non consente di perseguire utilmente le priorità di interesse pubblico nel settore delle strutture sanitarie regionali, per cui si rende assolutamente necessario avvalersi di misure eccezionali per superare le oggettive criticità, colmando quindi una carenza sanitaria non più sostenibile. Le attuali strutture ospedaliere hanno subito negli anni oltre ad una evidente obsolescenza, anche un fenomeno di collocazione delle funzioni negli spazi disponibili, del tutto non idonei, così impattando negativamente anche sul fabbisogno di personale e sull’efficienza delle strutture. Per non dire del comfort assolutamente inadeguato».

Solo il Mater Domini si “salva”

Occhiuto specifica al proposito che ad «eccezione dell’ospedale Mater Domini di Catanzaro, inaugurato 18 anni fa, le strutture pubbliche risultano attualmente oltremodo vetuste e la (…)  sentenza della Corte Costituzione n. 168/2021 ha rimarcato il contesto di grave criticità qui rappresentato evidenziando come a fronte dei sacrifici finanziari affrontati dai cittadini della Regione, gli stessi non godono però di servizi sanitari adeguati non essendo stati garantiti livelli sufficienti delle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Regionale. La vetustà degli Ospedali, anche in termini di concezione degli spazi e degli ambienti, infatti, dà luogo ad una situazione di doppia negatività tra costi e prestazioni, ovvero tra performance negativa nella qualità delle prestazioni e disavanzi privi di coperture risultando sistematicamente meno efficienti anche le soluzioni adottate e, a parità di costi, meno performanti i servizi, incidendo in tal modo anche sui livelli essenziali di assistenza in ambito sanitario nella Regione Calabria».

«Edilizia sanitaria, urgente snellire i processi»

«La perdurante carenza di nosocomi moderni costringerebbe a mantenere in essere le criticità sopra esposte in un territorio che, anche in ragione delle altre carenze infrastrutturali sul piano trasportistico, non può che dar luogo ad una enfatizzazione della odierna profonda difficoltà del sistema ospedaliero laddove non si ponga rapidamente rimedio. Questo, peraltro, prescindendo dall’ancor maggiore importanza che tali opere rappresentano, in un territorio caratterizzato da un’elevata fragilità, laddove, oltretutto, si fosse chiamati ad erogare servizi in occasione di eventi di carattere eccezionale analoghi ai contesti pandemici che hanno interessato il Paese che, come è noto, tipicamente danno luogo ad un sur-plus di attività tale che, generalmente, mette in crisi persino sistemi Ospedalieri moderni ed efficienti, in ragione degli alti numeri di utenti da assistere. Per quanto precede appare corrispondente all’interesse pubblico definire con ogni urgenza un appropriato quadro normativo che consenta lo snellimento dei processi decisionali attuativi del piano dell’edilizia sanitaria, istituendo procedure più celeri adeguate per soddisfare le ineludibili esigenze in ambito sanitario con particolare riguardo ai contesti territoriali regionali meno organizzati», concludeva Occhiuto un mese fa. (redazione@corrierecal.it)

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