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L’ANALISI

Amministrative di primavera, lo strano stallo di Rende tra candidati presunti e l’ennesima scure giudiziaria

La richiesta per Principe in Rimborsopoli (4 anni e 10 mesi) e la Cassazione in arrivo per Sistema Rende spingono tutti i partiti all’attendismo

Pubblicato il: 11/03/2025 – 9:16
Amministrative di primavera, lo strano stallo di Rende tra candidati presunti e l’ennesima scure giudiziaria

RENDE C’è il solito totocandidati – per ora poco più che stucchevoli chiacchiere da bar – ma c’è soprattutto una clessidra che scorre inesorabile: e Rende continua ad essere l’ultimo centro della provincia, tra quelli chiamati al voto, in cui i partiti non hanno ancora trovato la celebre “quadra”.
Una anomalia che stride con la voglia di esserci, dimostrata dai circa 10mila rendesi che la prima domenica di dicembre hanno detto la loro sulla città unica; ma anche con il presunto primato del laboratorio politico da sempre riconosciuto al popoloso e strategico municipio di oltre-Campagnano, in uno con gli indicatori di Pil, sviluppo imprenditoriale (area industriale) e culturale (Unical). Sullo sfondo gli appetiti sul nuovo ospedale e un dibattito sulla città unica che non si è certo chiuso tre mesi fa, ma al contrario resterà in agenda anche per il prossimo sindaco di Rende. Ma la visione può attendere.

A Rende manca la politica, allo stato, e soprattutto manca un mese alla presentazione delle liste: entro l’11 aprile, ovvero in 4 settimane esatte – se si dovesse votare l’11 maggio – si dovrebbe trovare, dopo una “sintesi” sui nomi che non sembra affatto facile, anche il tempo per raccogliere le firme. La settimana scorsa, in un’intervista a Repubblica, il ministro Piantedosi, senza fornire date certe, ha assicurato che ci sarà l’election day: referendum e amministrative saranno accorpate con la doppia finalità di spendere meno soldi e favorire la partecipazione.
Rispetto a una settimana fa poco sembra essere cambiato, se non dal punto di vista giudiziario: per uno dei nomi più ricorrenti tra quelli in campo – Sandro Principe – è arrivata la richiesta di condanna a 4 anni e 10 mesi per il processo Rimborsopoli, il doppio rispetto ai due anni concessi dalla Legge Severino (il testo impone l’incandidabilità per coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a due anni di reclusione).

Una posizione che potrebbe nei prossimi giorni gravarsi di una sentenza sul Sistema Rende: è attesa infatti la pronuncia della Cassazione, con un inevitabile rischio di “smottamento” di una eventuale campagna elettorale sui temi giudiziari, guarda caso gli stessi che hanno animato il dibattito degli ultimi anni dopo lo scioglimento del Comune per mafia, gli stessi che qualcuno spera di poter finalmente accantonare a favore di temi politici, appunto. Dover polarizzare la campagna sul lessico giuridico è quanto di più lontano i rendesi, si presume, si aspettino dall’agone elettorale.
La sentenza del Palazzaccio congelerà quasi sicuramente per un’altra settimana i preparativi e le manovre dei partiti e dei soggetti in campo, al netto delle trattative carsiche che continueranno a interessare le chat, gli incontri e i caffè. La politica, se c’è, è commissariata dalla cronaca giudiziaria. (euf

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