CASTROVILLARI Chiusa la fase dibattimentale, oggi il pm della Dda di Catanzaro Alessandro Riello, al termine della requisitoria, ha chiesto la condanna dei due imputati coinvolti nel processo scaturito dall’inchiesta denominata “Kossa”. Per Alessandro Arcidiacono sono stati chiesti 7 anni di reclusione per tutti i capo d’imputazione tranne uno. Per Francesca Intrieri il pubblico ministero ha invocato una pena di 2 anni e 600 euro di multa per l’accusa di truffa aggravata dall’agevolazione mafiosa e chiesto l’assoluzione relativamente al capo d’imputazione sulla partecipazione all’associazione mafiosa.
Importanti per l’accusa le dichiarazioni rese dal pentito Luca Talarico che nel corso del dibattimento ha sostanzialmente confermato quanto dichiarato nei verbali resi dinanzi ai magistrati antimafia. Ha ammesso di essersi «intestato l’azienda che porta il suo nome in qualità di prestanome della cosca Forastefano». Sul contratto di affitto datato 7 febbraio 2018, tra l’azienda agricola di Talarico e un’altra famiglia, «Alessandro Arcidiacono (imputato) ne è stato l’ispiratore». Per il pentito, «i Forastefano avrebbero promesso ad Arcidiacono un compenso tra 20 e 30.000 euro per la sua opera nelle trattative». Una transazione, tuttavia, mai avvenuta.
Talarico si era soffermato ancora sulla figura di Arcidiacono: «Domenico Massa e Pasquale Forastefano mi dissero che io dovevo dare conto ad Alessandro Arcidiacono, che era loro uomo, per ogni spesa che avrei dovuto sostenere o scelta di gestione dell’azienda».
Francesca Intrieri, per l’accusa, sarebbe stata «partecipe, con un ruolo nevralgico nella perpetrazione delle truffe ai danni dell’Inps e di società di lavoro interinale». Conclusa la requisitoria, la parola passa al collegio difensivo per le arringhe in attesa della sentenza fissata per il prossimo 20 giugno. (f.b.)
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