C’è il nome di un egiziano, indicato come «skipper» e in contatto con capi dell’organizzazione criminale durante lo sbarco sbarco per il quale sono stati arrestati anche i due iraniani Marjan Jamali e Amir Babai, a processo a Locri. Il gip riferendosi ai due scrive che, per diversi motivi – tra cui l’età inferiore ai 45 anni – non potevano essere gli skipper. E’ quanto emerge dall’inchiesta “El Rais”, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania, condotta dal Servizio centrale operativo e dalla Squadra mobile di Siracusa, in sinergia con l’agenzia Europol, Eurojust, il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia e l’unità Human trafficking and smuggling of migrants di Interpol, e che ha smantellato una rete criminale volta al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, capace di gestire numerosi sbarchi anche contemporaneamente, con il supporto di diverse figure.
La struttura gerarchica – hanno dimostrato le indagini – era ben delineata e aveva al vertice: KHODIR Assad Ali Gomaa, alias ABU SUFYEN, capo promotore dell’intera associazione; il nipote e braccio destro del capo, KHODIR Ali Mohamed Ali, che si occupava di reclutare skipper e coordinare gli altri sodali ed ESHRA Sarwat Akasha Mohamed, titolare di un’agenzia immobiliare con sede a Istanbul, che provvedeva a fornire all’associazioni le safe house necessarie a far soggiornare skipper e migranti in attesa del viaggio, oltre che a mettere a disposizione il proprio ufficio come base logistica del sodalizio.
I migranti viaggiavano su barche a vela, venivano fatti imbarcare in Turchia, dalle città di Izmir, Bodrum e Marmaris e attraverso la rotta del Mediterraneo orientale venivano fatti sbarcare sulle coste calabresi, a Crotone e Roccella Jonica, siciliane, ad Augusta e Portopalo di Capo Passero, e sulle coste della Grecia. Numerosi gli episodi avvenuti dal 2021 sino alla fine dei 2023.
Tra i numerosi episodi che riguardano sbarchi avvenuti sulle coste calabresi, c’è anche quello che a Roccella ha visto l’arrivo di circa 100 migranti nel porto delle Grazie. Uno sbarco datato 27 ottobre 2023 e riconducibile – come hanno dimostrato le indagini – all’organizzazione criminale smantellata. Furono due gli egiziani individuati tra i passeggeri, ma al termine delle procedure vennero arrestate e condotte nel carcere di Locri quattro persone, tra cui i due iraniani Marjan Jamali e Amir Babai. La prima, 29 anni, con un figlio di 8, parlerà – così come Amir Babai – fin dai primi momenti di una ritorsione. A puntare il dito contro la donna – secondo quanto raccontato – tre uomini che avrebbero abusato di lei. Mentre il 31enne, Amir Babai, ha raccontato di aver tentato di difendere la donna dagli abusi, e per questo avrebbe subito la ritorsione dei tre che una volta sbarcati – poi facendo perdere le proprie tracce – hanno puntato il dito contro i due, accusandoli di essere gli scafisti.
E nelle carte dell’inchiesta emerge che delle quattro persone condotte in carcere, su tre, – come spiegato dal gip – compresi Jamali e Babai, non sono emersi elementi tali da farli ritenere gli skipper della traversata; anche l’età, inferiore ai 45 anni, «rende evidente la mancanza di uno dei requisiti necessari per gli skipper richiesti dall’associazione». Contro l’egiziano ritenuto lo skipper ci sono invece diversi elementi, si tratta di Ali Aboukhodir Mohamed Farouk Elsayed, alias Elsayed Aboukhodir Mohamed Farouk, ritenuto «lo skipper della traversata», e in contatto con «gli scafisti» Abu Sufyan e Eshra. Il gip sottolinea dunque la riconducibilità all’associazione dell’evento migratorio avvenuto a Roccella.
L’egiziano, infatti, nello smartphone sequestrato aveva i contatti dei due uomini al vertice dell’associazione, che per prassi forniva agli skipper dei cellulari contenenti solo i contatti degli scafisti di riferimento. Significative inoltre alcune conversazioni in cui l’uomo parlava con i familiari del denaro provento del lavoro svolto, in una di queste dice di aver confessato di essere stato lui «a portare il viaggio». (m.ripolo@corrierecal.it)
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